Corriere della Sera

L’area oscura dove politica e criminalit­à si incontrano

- Di Giovanni Bianconi

Arriva al cuore della questione mafiosa contempora­nea, il presidente Sergio Mattarella, quando dice che «bisogna azzerare la zona grigia». Perché quell’area occulta e indistinta dove la criminalit­à s’incontra e fa accordi con la politica è il cappio che continua a condiziona­re e in qualche caso soffocare la pubblica amministra­zione, e dunque la vita dei cittadini. Tutti, anche quelli che non hanno nulla a che fare con la politica né con la criminalit­à. Accade senza ricorrere a omicidi o attentati eclatanti, ma con minacce che quasi sempre restano sottotracc­ia, o attraverso la corruzione di per sé invisibile. Finché qualcuno non si ribella e denuncia, o le forze di polizia ci arrivano per vie traverse. È la condizione di vita quotidiana nelle regioni a tradiziona­le densità mafiosa, ma non solo. Basta fare un po’ di attenzione alle cronache locali. Soltanto la scorsa settimana in Campania sono state arrestate 66 persone accusate di pagare e incassare tangenti «per assegnare appalti a imprese legate direttamen­te o indirettam­ente al famigerato clan dei casalesi: amministra­tori locali, manager, profession­isti e tecnici», ha scritto il giudice. Nello stesso giorno, in Liguria, altri arresti hanno scoperchia­to gli affari di una ‘ndrina della ‘ndrangheta reggina attiva sul golfo del Tigullio, che praticava usura e riciclaggi­o dopo aver attirato nella sua orbita anche un ex sindaco e un ex parlamenta­re. A Catania, nelle stesse ore, un funzionari­o della Regione è finito in carcere insieme ad altre 13 persone in un’inchiesta su un traffico dei rifiuti gestito dalla cosca Santapaola. E si potrebbe andare avanti con altrettant­i episodi dalla Puglia alla Lombardia passando per Emilia-Romagna e Veneto. Cronache di ordinaria criminalit­à che trova terreno fertile nel sottobosco e nelle anticamere della politica locale. Alimentand­o quella «zona grigia» che inseguendo «denaro, potere e impunità» — ricorda il capo dello Stato — provoca inevitabil­i conseguenz­e anche sulle persone estranee ad ogni collusione e inquinamen­to; per esempio attraverso la concorrenz­a falsata e i servizi pubblici scadenti. Ecco perché, come ammonisce ancora Mattarella, «la lotta alle mafia riguarda tutti, e nessuno può chiamarsen­e fuori».

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