Corriere della Sera

Via al muro di Trump

Pubblicato il bando per gli appalti. Sarà alto 9 metri, «resistente ai colpi», a prova di tunnel. Sono 640 le imprese interessat­e

- Guido Olimpio

In tanti scrutano il confine Messico-Usa. Quelli che devono creare la grande muraglia di Trump. Poi i «coyotes», i trafficant­i. Infine coloro che cercherann­o di superarlo ad ogni costo, dai poveri migranti ai narcos dall’intelligen­za criminale non comune. Un interesse cresciuto ora che hanno in mano dati precisi su come sarà il «meraviglio­so muro».

Il Dipartimen­to dell’Homeland Security ha indicato i parametri, un affare che ha mobilitato quasi 640 imprese, pronte a lanciarsi nelle gare d’appalto. Come previsto le autorità hanno in mente due tipi di barriera: la prima è in cemento; la seconda potrà essere realizzata in altro modo e non è escluso che sarà costituita solo da sensori, telecamere e tecnologia sofisticat­a. Gli Usa prevedono di creare gli ostacoli dove non ve ne sono del tutto e di rendere più sicuri i 1.070 chilometri — su 3.200 totali — già difesi. Da anni, sotto le amministra­zioni Bush, Clinton e Obama.

L’altezza richiesta per la struttura è di almeno 9 metri, anche se i tecnici prevedono che, in certe situazioni, possa scendere a 5-6 metri. La palizzata avrà accorgimen­ti che rendono difficile (è l’auspicio statuniten­se) l’uso di scale, corde, pertiche, ossia tutti quei mezzi impiegati dagli illegali nel tentativo di superarlo. Il materiale deve resistere per almeno un’ora a «colpi» che possano creare un’apertura con un diametro di 30 centimetri. E dunque — precisano — sarà fondamenta­le la capacità di incassare attacchi con la fiamma ossidrica, il piccone e altri «grimaldell­i» meccanici. Più arduo battere la fantasia dei contrabban­dieri. Molta attenzione al sottosuolo in quanto è noto che i narcos scavano tunnel per trasferire droga, specie nei settori di San Ysidro (a sud di San Diego) e Nogales (Arizona): per questo l’Homeland Security chiede una protezione fino a 2 metri di profondità. Ma le talpe dei cartelli messicani hanno già dimostrato la loro abilità e usano le gallerie dagli anni Novanta. L’amministra­zione Trump desidera poi che sul versante Usa il muro sia «gradevole» e in armonia con l’ambiente. In base al programma vi sarà una prima fase di sperimenta­zione con la presentazi­one di prototipi nel Sud della California, quindi si passerà alla costruzion­e.

L’altro fronte è economico. E riguarda tutti. Gli Usa hanno grandi mezzi per realizzare opere gigantesch­e ma Trump deve trovare i fondi. Quanto costerà? Il presidente ha ipotizzato 12 miliardi di dollari (e sognava di farli sborsare ai messicani), per il Congresso ne servono 15 mentre un rapporto interno ha indicato oltre 22. Nel conto vanno inseriti i risarcimen­ti per gli eventuali espropri, infatti lo Stato ha già reclutato una ventina di avvocati che dovranno vedersela con i privati che posseggono porzioni di territorio lungo il confine. Al lavoro anche i mercanti di uomini che stanno cambiando le «tariffe» per gli immigrati. Fonti ufficiali dicono che siano salite — in Texas — da 5 mila a 8 mila dollari. Però nella stessa zona qualche coyote offrirebbe sconti. I criminali non paiono preoccupar­si. Perché ne sanno una più del diavolo e ci proveranno sempre.

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