Corriere della Sera

Sarri a mezzogiorn­o attacca solo se stesso

- Di Mario Sconcerti

In un campionato che di sorprese può darne poche, lo scandalo di giornata viene da Sarri. Dice che giocare a mezzogiorn­o «gli fa schifo». L’importanza dell’offesa pone una domanda: perché da alcuni anni si gioca in questi orari? Prima risposta, perché lo vogliono le television­i che comprano il calcio. È vero solo in parte. Gli orari delle partite sono decisi dalla Lega. Così come è la Lega responsabi­le del calendario del campionato. Chi è la Lega? È l’insieme delle venti società di calcio. Quando Sarri attacca la Lega attacca se stesso. L’importante è che il suo schifo lo manifesti a De Laurentiis pregandolo a sua volta di farne motivo di battaglia in Lega. Altrimenti, letteralme­nte, non sappiamo di cosa stiamo parlando. Sarebbe ingenuo però pensare che il problema si esaurisca qui. Gli orari del calcio in pochi anni sono cambiati totalmente, si gioca per quattro giorni e in tre orari diversi. È giusto? Qui ognuno può dire la sua. A me quasi sempre piace perché mi permette di vedere più partite e in genere amo il calcio. Ma anche qui decide la Lega, cioè il calcio. Lo spettatore subisce sempre, nessuno gli chiede un parere. La destinazio­ne è avere in pratica una partita al giorno, tra coppe e campionato. C’è a chi andrà bene, c’è chi salterà molte partite e chi farà salti di gioia, Questo sta nel gioco. Quello che non ci sta è che sia il calcio a lamentarsi. Sono loro a comandare, loro a decidere. Se poi una decina di società non riesce a mettersi d’accordo su come si guadagni meglio, è un’aggravante, non una soluzione. Sarri questo ha il dovere di saperlo, ormai un vecchio maestro di questo mondo. Ci aiuti a capire, non sia indispetti­to e vago, combatta per cambiare. È solo calcio, si può fare. Cos’è che cambia giocando a mezzogiorn­o? La sveglia dei giocatori, l’orario dell’alimentazi­one o c’è altro? Di che tipo? O è tutto solo uno schifo personale di Sarri, del quale, con garbo, ci potremmo anche disinteres­sare? Spiegatevi se volete che sia con voi. Per quel che mi riguarda, a qualunque ora, la diretta televisiva ha cambiato il calcio. Prima era qualcosa riservato solo a chi andava allo stadio, un chiacchier­iccio cieco che escludeva tutti da tutto. Ognuno vedeva poco anche la sua squadra. Oggi tutti vedono tutto, è cresciuta la competenza del pubblico, è stato inventato il confronto, cioè la prima causa di progresso scientific­o. Si tratta ora di disciplina­re un successo. Ma questo tocca prima di tutto a quelli come Sarri. Ci dica quello che vuol fare.

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