Corriere della Sera

Il caso Pjaca Pjaca è l’unico sostituto degli attaccanti e ancora una volta non ha convinto

- Paolo Tomaselli

Senza contare che dopo 26 minuti Paulo Dybala chiede il cambio per un induriment­o muscolare e Allegri deve cambiare l’assetto offensivo.

Qui inizia un’altra Juve. Ma dato che da adesso in poi ogni cosa verrà analizzata o considerat­a soprattutt­o in chiave Barcellona bisogna soffermars­i su un fatto: col nuovo modulo che impiega tutti i giocatori offensivi dal primo minuto, l’unico vero cambio in attacco per Allegri è rappresent­ato da Pjaca. E fino- ra le esibizioni del giovane croato sono state quasi tutte deludenti, a parte il gol che ha spaccato la partita a Porto, nell’andata degli ottavi di Champions. Tra le linee, nel ruolo di Dybala, Pjaca è un pesce fuor d’acqua. Ma l’effettoali­eno non è che svanisca del tutto nemmeno quando si esibisce sulla fascia sinistra nel 4-4-2: Marko sbaglia troppe uscite col pallone al piede e in coppia con Asamoah (che almeno rimedia sempre agli errori con chiusure da applausi) fa venire i capelli dritti ad Allegri.

Il tecnico poi si infuria anche per una palla non buttata fuori (dai suoi) con Dani Alves a terra. La Sampdoria preme, ma non riesce ad andare oltre i tentativi in acrobazia di Quagliarel­la e una capocciata di Regini non di molto alta sopra la traversa. Come quella volta a Carpi (3-2 finale), le urla di Max tengono sveglia la Juve, che continua la marcia scudetto. Prossima fermata: San Paolo di Napoli, due volte in quattro giorni per campionato e Coppa Italia. Niente di meglio per non pensare troppo presto al Barcellona. E sfogarsi come si deve.

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