Corriere della Sera

La Lazio si blocca e si ritira dalla corsa Champions Noia a Cagliari, troppo molli i biancocele­sti che restano «attaccati» al derby di Coppa Italia

- Cagliari Lazio 0 0 Stefano Agresti

Per capire che Cagliari-Lazio è stata una partita strana, oltre che brutta e scialba, basta una data: 18 settembre. È da quel giorno, esattament­e sei mesi fa, che i sardi non chiudevano un incontro senza subire reti (superarono 3-0 l’Atalanta: era proprio un altro mondo). In seguito sono stati spesso sommersi di gol, in quattro occasioni ne hanno incassati addirittur­a cinque tutti assieme, finché Rastelli non ha deciso che era il momento di passare a qualcosa di molto simile al catenaccio. E i risultati si sono visti: otto giorni fa a Firenze le barricate sono crollate solo al 92’, stavolta hanno resistito fino alla fine. un’occasione. Nella ripresa è ancora l’argentino a salire in cattedra. Prima con il passaggio decisivo per Grassi (prima rete in Serie A con la maglia dell’Atalanta), poi con la doppietta all’ultimo secondo di recupero che lo porta a undici gol nella graduatori­a dei cannonieri. Il Papu così raggiunge due record. Il primo è personale: non era mai andato in doppia cifra in una stagione. Il secondo è di squadra: i 55 punti dell’Atalanta sono il nuovo primato in Serie A nella storia del club.

«È bellissimo essere in questa zona della classifica — le parole dell’argentino negli spogliatoi

La Lazio ha contribuit­o a salvare la porta del Cagliari, perché in avanti è stata inefficace e molle come mai le era capitato in questa stagione. Keita ha provato ad accendersi senza grande successo, Felipe Anderson ha appoggiato in mano a Rafael l’unica vera occasione che la squadra di Inzaghi ha creato in tutta la partita (era il 60’). E anche Immobile si è lasciato travolgere dalla scarsa lucidità generale, soprattutt­o da quella del centrocamp­o, dove Biglia non ha mai dato ritmo e Parolo e Lulic sono finiti nella rete opposta dal Cagliari. È mancato, e tantissimo, quel Milinkovic-Savic che è la vera anima della Lazio, perché ci mette il fisico e la tecnica e — quando c’è bisogno — diventa decisivo in area avversaria. Così alla fine il Cagliari ha perfino sfiorato la vittoria: Padoin, da posizione ravvicinat­a, ha tirato fuori (82’).

Dopo l’Inter, anche la Lazio sembra dunque ritirarsi dalla corsa alla Champions. La sensazione è che a decidere l’annata dei biancocele­sti — se sarà solo buona oppure eccellente — sia sempre più la semifinale di Coppa Italia contro la Roma. Una stagione appesa a un derby: niente di nuovo, in fondo. Sotto tono Keita Balde, 22 anni (Ansa)

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