Corriere della Sera

La vittoria del Napoli ha sempre due volti

E Sarri attacca: «Mi fa schifo giocare alle 12.30»

- SERIE A Empoli Napoli 2 3 Carlos Passerini

La Nazionale si è ritrovata ieri sera a Coverciano e Gian Piero Ventura deve fare i conti con la defezione di Gabbiadini. L’ex napoletano, rinato in Premier League con il Southampto­n, si è infortunat­o contro il Tottenham ed è stato sostituito da Petagna (foto) dell’Atalanta. Un altro prodotto degli stage, tanto cari al c.t. I nuovi, alla fine, sono 5 e 4 di essi arrivano proprio dalla cosiddetta sperimenta­le: Meret, Spinazzola, Verdi e ora, appunto, Petagna erano presenti allo stage di febbraio (D’Ambrosio invece è stato con Ventura al Toro). Gli azzurri sono 26, perché DAL NOSTRO INVIATO

Nel settembre del 2015, proprio alla vigilia di un Empoli-Napoli poi chiusosi con un pari ansioso e sudato che gli costò le prime accuse dirette di inadeguate­zza rispetto al nuovo incarico, Maurizio Sarri spiegò che ci sarebbero voluti tre anni perché il Napoli diventasse come l’Empoli dal quale s’era accomiatat­o pochi mesi prima per acchiappar­e l’occasione della vita. Sebbene fosse abbastanza chiaro cosa intendesse, molti la bollarono come un’uscita quantomeno strampalat­a ma a, distanza di 18 mesi e 88 partite, 56 delle quali vinte, va detto che in parte aveva ragione lui: la crescita tattica e tecnica c’è stata, oggi il Napoli si muove in maniera a tratti eccelsa, sul campo va a memoria, segna come pochi, 68 gol, 4° reparto d’Europa. A lasciare grossi dubbi semmai, e il 3-2 altrettant­o ansioso e sudato di ieri ne è la prova, è la tenuta mentale, una certa inspiegabi­le pigrizia che è poi la vera differenza fra i grandi e i migliori. Non sempre capita infatti di trovare un Empoli che s’alza dalla sdraio negli ultimi 20 minuti, com’è successo ieri in un Castellani che per 70 era somigliato molto al prato di un picnic nel quale i toscani — al 6° k.o. di fila — hanno fatto la parte della tovaglia. Mezz’oretta e sembrava già tutto Bomber Dries Mertens, 29 anni, con il gol di ieri è arrivato a quota 20 (Getty)

finito, per la felicità dei 5 mila napoletani arrivati fin qua, inclusi quelli di Figline che Maurizio lo chiamano ancora «il Secco» come quando timbrava in banca e poi alle cinque scappava ad allenare lo Stia di Seconda.

Il brunch s’era aperto con un rigore di Mertens respinto da Skorupski, ma all’intervallo si stava già sul 3-0: Insigne, poi Martens con una magnifica punizione che lo issa a quota 20, poi ancora Lorenzo dagli undici metri. Nella ripresa il black out: prima El Kaddouri e poi Maccarone, 3-2, Reina che vede le streghe nel finale. «Anche oggi i soliti errori, abbiamo smesso di giocare, è un problema vecchio ma non vedo migliorame­nti e se andiamo avanti così non colmeremo mai il gap» ha commentato Sarri prima di squadernar­e la sua vecchia litania dell’anticipo di mezzogiorn­o «che fa schifo». In realtà i suoi alle 12.30 ci hanno giocato (e vinto) due volte, come Juve e Milan, una in meno dell’Inter. Insomma: la polemica non regge. Il Secco ha comunque buone ragioni per consolarsi, come la quinta vittoria in trasferta di fila, record societario, ma anche alcune serissime indicazion­i su cui riflettere. Non l’orario delle partite, di certo. C’è la Juve, ora. Due volte. Sempre di sera.

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