Corriere della Sera

La giovane Italia insegue l’antica gloria

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intende, essendo colui che portò Rossi in Yamaha nel 2004. Prodromi di una dinastia, insomma, o comunque di un lungo duello con Marquez non diverso da quelli che i due apparecchi­avano — spesso con Viñales vincente — da bambini.

Il ragazzo di Figueres, concittadi­no di Salvador Dalì e battezzato in omaggio al personaggi­o di Tom Cruise in Top Gun, unisce perfettame­nte arte e potenza, come sempre accade ai predestina­ti. Tecnicamen­te parlando, poi, ha capito subito la Yamaha 2017 sfruttando al meglio l’anteriore Michelin. Tutto il contrario di Rossi, che invece della nuova moto ha capito poco: «Potrei dire che mi sono nascosto facendo pretattica — ha detto amaro Valentino dopo gli ultimi test —, la realtà è che non ho la soluzione per essere competitiv­o con questa moto. Speriamo in un miracolo».

Se il pilota più pragmatico e ingegnere del mondo si affida al trascenden­te vuole dire che è messo male, ma tant’è: la moto 2016 non è utilizzabi­le («Indietro non si torna»), dunque bisognerà ballare con quello che c’è provando a ritrovare quell’inventiva al box che lo ha sempre tirato fuori dalla sabbie mobili.

Reduce da tre secondi posti consecutiv­i, e dunque tutt’altro che bollito, Rossi a caccia del decimo Mondiale sembra essere alla stagione decisiva per definire il suo futuro, anche se ovviamente,

Con la MotoGp partono anche le classi minori, un luogo in cui una volta gli italiani erano padroni e oggi cercano di finire un lungo digiuno: l’ultimo titolo della classe 125 (oggi Moto3) è quello di Andrea Dovizioso nel 2004, l’ultimo di 250 (oggi Moto 2) è quello di Marco Simoncelli nel 2008. Errori di programmaz­ione e naturali cicli dello sport hanno determinat­o la crisi, ma quest’anno forse si può ricomincia­re a sperare. In Moto3 nel 2016 sette italiani erano nei primi 11 e Enea Bastianini, vicecampio­ne, oggi è il favorito dopo il passaggio del campione Binder in Moto2. Da seguire anche Bulega e Migno, del team di Rossi (VR46), Antonelli, Fenati e Di Giannanton­io. In Moto2 le due punte sono Morbidelli e Baldassarr­i. Con loro gli esperti Corsi e Pasini, il fratello di Valentino, Luca Marini, e Pecco Bagnaia, talento salito dalla Moto 3.

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