Corriere della Sera

«Contagiata da Benigni Ma avevo vergogna»

«Mi sono mostrata senza inibizioni contagiata dal discorso di Benigni con il suo inno alla felicità Mi vergognavo ma andavo avanti»

- Stefania Ulivi

Ha iniziato inciampand­o nel lungo abito nero, ha finito — sforando abbondante­mente i 45 secondi previsti dal cerimonial­e di Sky — infiammand­o la platea e il web, dove il suo discorso è diventato virale. Ci ha messo dentro tutto e tutti, Valeria Bruni Tedeschi, premiata lunedì sera con il David di Donatello(il suo quarto) come miglior attrice per La pazza gioia. Da Franco Basaglia «che cambiò radicalmen­te l’approccio della malattia mentale in Italia» e Paolo Virzì «che mi guarda da anni con tenerezza, allegria e senza paura». Dall’amica Barbara conosciuta il primo giorno d’asilo «mi dette un po’ della sua focaccia facendomi sentire magicament­e non più sola» alla sua «povera psicoanali­sta». Da «Leopardi, Ungaretti, Pavese e soprattutt­o Natalia Ginzburg» a «Anna Magnani, Gena Rowlands e suo marito» (il regista John Cassavetes, ndr).

E, ancora «De André, Chopin, mia madre, mia sorella, mia zia», e poi «gli uomini che mi hanno amata, che ho amato e anche quelli che mi hanno abbandonat­a: mi sento fatta di tutti loro» e «i miei due bambini». Il tutto condito da lacrime e risate. Contagiose. Con accanto la coprotagon­ista del film, Micaela Ramazzotti, che ha chiamato subito sul palco e ringraziat­o per prima. «Senza Donatella, Beatrice non potrebbe esistere, un po’ come Stanlio e Ollio». Sono ormai «indissolub­ili», dice.

È tornata di corsa a Parigi, dai suoi figli, già al lavoro per la sua prossima regia. Ma la pazza gioia del film e della serata romana, racconta al Corriere, li ha portati con sé. «Mi ero scritta una cosa per essere pronta in caso di vittoria. Avevo visto Sorrentino agli Oscar e mi era piaciuto che ringrazias­se in totale libertà le cose importanti della sua vita, senza altra coerenza se non quella con la propria esistenza. Ma la spinta per lasciarmi andare me l’ha data Roberto Benigni». In che senso? «Mi ha contagiato il suo intervento la mattina al Quirinale, quell’invito alla felicità come dovere etico. La sua voglia di avere voglia di vivere. È veramente un genio. E, così, ho sforato i 45 secondi, non ho tagliato nulla anche se mi vergognavo. Ho deciso di andare fino in fondo e mostrarmi senza filtri. A modo mio, senza inibizioni».

Una specie di autocoscie­nza pubblica. Un autoritrat­to. «Basaglia? L’ho conosciuto a 12 anni. Tenne una conferenza nella scuola italiana di Parigi.

Ero curiosa di incontrare l’uomo che aveva aperto i manicomi, mi immaginavo lui che spalancava le porte e tutte queste persone in pigiama, improvvisa­mente libere. Morì pochi mesi dopo, è un ricordo a cui sono legata». Come quello dell’amichetta dell’asilo. «Il primo giorno di scuola, la prima sensazione di solitudine superata grazie a un semplice gesto, una bambina che mi offre la sua focaccia. Il primo ricordo di amicizia. Non una compagna di vita ma una persona che ha fatto la differenza, come gli sconosciut­i che hanno fatto un gesto nei momenti più bui che ho citato alla fine». Ha citato anche gli uomini della sua vita. Come Mimmo Calopresti o Louis Garrel con cui, quando capita, si trova a lavorare. «Mi dà gusto ritrovarci nei film, mi dà lo stesso senso di familiarit­à che rivivo con Virzì o con Claire Denis che ho ritrovato dopo 15 anni per Des lunettes noires». Mette sempre qualcosa di autobiogra­fico anche nei film degli altri, spiega.

Virale Due minuti virali sul web? Ne sono felice, vedere qualcuno che si prende in giro fa bene a tutti Il riso è una forma di speranza»

«Nel lavoro di attrice il mio materiale sono io». Ma anche lei è stupita di essersi lasciata andare così liberament­e ai David. «In genere sono più controllat­a nei momenti mondani». Quei due minuti sono diventati virali, lo sa? «Ne sono felice, perché l’emozione l’ho provata anche io. L’umorismo è una bottiglia d’ossigeno, vedere qualcuno che si prende in giro fa bene a tutti. Il riso per me è una forma di speranza, un antidoto, una specie di arma contro l’angoscia». Sembra di sentire parlare la Beatrice Valdirana del film. «Vive di vita propria ormai. E lunedì mi ha regalato qualcosa che io non ho. Mi ha permesso di essere disinibita».

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 ??  ?? Con Garrel Valeria con l’ex compagno, Louis Garrel, nel 2007. Nella foto grande, ai David
Con Garrel Valeria con l’ex compagno, Louis Garrel, nel 2007. Nella foto grande, ai David
 ??  ?? In famiglia L’attrice con la sorella Carla Bruni (a sinistra) e la mamma, Marisa Borini
In famiglia L’attrice con la sorella Carla Bruni (a sinistra) e la mamma, Marisa Borini
 ??  ?? Sul set Da sinistra Micaela Ramazzotti e Bruni Tedeschi in «La pazza gioia»
Sul set Da sinistra Micaela Ramazzotti e Bruni Tedeschi in «La pazza gioia»
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