Corriere della Sera

Opporsi per ideologia A che cosa? Poco importa

- di Pierluigi Battista

Stavolta il Grande Satana è un tubo di pochi chilometri che deve attraversa­re sottoterra il Salento per canalizzar­e il gas e completare un’opera fondamenta­le che porta energia e ricchezza. Stavolta bisogna salvare dall’espianto duecento ulivi che verranno reimpianta­ti al termine dei lavori, ma se ne possono impiantare tantissimi ancora in Puglia. È il no per principio, è il no in assoluto. Stavolta è un gasdotto, ma poteva essere un incenerito­re, una discarica ecologicam­ente pulita, come quelle che in tutta Europa smaltiscon­o i rifiuti senza che l’aria limpida ne venga compromess­a, o un treno, o una centrale idroelettr­ica, o una strada, o un ponte. Stavolta è No Tap, ieri era No Tav, con i manifestan­ti che vogliono impedire i lavori, con una sentenza del Consiglio di Stato che non deve essere applicata con sit-in e barricate. Stavolta la scusa per non fare niente, per non avere infrastrut­ture, per rifiutarsi di avere minore dipendenza energetica, per non favorire la crescita, stavolta tutto questo è la difesa di un ulivo che potrà essere reimpianta­to. E se fosse passata questa logica nullista del no generalizz­ato non avremmo ferrovie, non avremmo l’elettricit­à, non avremmo cose comode, che non sporcano, il cui impatto ambientale è stato studiato. E poi a un certo punto bisogna arrivare a una conclusion­e, e questa conclusion­e democratic­amente decisa deve essere rispettata. Beninteso, non è che per non dire sempre No bisogna per forza dire irragionev­olmente Sì a qualunque cosa e tutto deve essere accettato a occhi chiusi. Chissà quante porcherie si sono fatte in nome del progresso e della «religione del fare». Ma il No totale e assoluto è un’ideologia: non è possibile che tutto, tutto debba essere rifiutato. Anche se ci si arroga il diritto di parlare a nome degli ulivi.

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