Corriere della Sera

«Valutati 14 scenari alternativ­i Così si frena solo la crescita»

Il ministro Galletti: il governator­e? Dovrebbe stare dalla parte dello Stato

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Sorpresa per le proteste scoppiate intorno al cantiere di Melendugno. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, confida però che alla fine prevarrà il buon senso. Rivendican­do l’assoluta legittimit­à del lungo iter autorizzat­ivo e suggerendo al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris (che su Twitter scrive «No Tap è lotta di liberazion­e»), di non cavalcare la protesta solo per «costruirsi una fortuna politica».

Ministro, si aspettava proteste di questa portata?

l’Italia meno dipendente, per esempio, dal carbone. Vuol dire che il maggiore utilizzo di gas contribuir­à a rispettare gli impegni assunti con gli accordi di Parigi sul clima».

Quanto è più facile cavalcare il malcontent­o e non autorizzar­e alcunché?

«Purtroppo è molto più agevole e l’ho imparato bene sulla mia pelle. Il punto è che se continuiam­o a cavalcare le pulsioni più basiche, assecondan­do le piazze e i personalis­mi, ci ridurremo a perdere continuame­nte delle occasioni di crescita e di sviluppo. Ritengo di appartener­e a una vecchia scuola di pensiero, secondo la quale un governator­e regionale dovrebbe stare in ogni caso dalla parte dello Stato, pur facendosi carico delle rimostranz­e dei suoi cittadini».

Ha sentito il governator­e Emiliano?

«No, non ci ho parlato. Il mio compito è produrre atti Agitazione Le proteste ieri mattina nelle campagne di Melendugno per contestare i lavori del Tap corredati di tutti i chiariment­i del caso. Vorrei ricordare che per mesi sono state svolte tutte le valutazion­i necessarie, anche da organismi indipenden­ti da ogni indirizzo politico. A valle di questo lungo iter autorizzat­ivo abbiamo dato il via libera al progetto stabilendo, tra l’altro, una serie di prescrizio­ni. Sentire il sindaco di Napoli de Magistris che si avventura in un paragone tra l’attuale protesta e i movimenti di liberazion­e, mi pare un’esagerazio­ne. Una sortita di chi vuole solo costruirsi una fortuna politica. Ricordo, piuttosto, che si tratta di 211 alberi di ulivo che, una volta ultimati i lavori, verranno ripiantati».

Cosa è ragionevol­e che accada adesso?

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