Corriere della Sera

E Minzolini si dimise Ora i servizi sociali al centro di Sant’Egidio

Ieri la decisione su cui dovrà votare l’Aula

- di Monica Guerzoni

Dagli scranni di Palazzo Madama al centro anziani di Sant’Egidio, ai Castelli Romani. Dopo giorni di polemiche sui tempi dell’addio, Augusto Minzolini ha presentato la lettera di dimissioni da senatore ed è pronto per la sua nuova vita. «Voglio tornare al mio antico amore, il giornalism­o» assicura l’ex direttore del Tg1, condannato a due anni e mezzo per peculato continuato a causa dell’uso improprio della carta di credito aziendale Rai. «Mi sono dimesso per coerenza e perché l’ho voluto io, non perché me lo hanno chiesto altri...».

L’avvocato Fabrizio Siggia ha chiesto che il suo assistito sia affidato in prova ai servizi sociali. Il procurator­e generale ha dato parere favorevole e il Tribunale di sorveglian­za si è riservato di decidere. E così, ecco aprirsi per lui le porte di Sant’Egidio. Il senatore dimissiona­rio (FI) non sembra preoccupat­o per la nuova esperienza che lo attende: «Sono stato a visitare il centro anziani e devo dire che non avevo mai visto quattro persone centenarie assieme». Per tre giorni alla settimana dovrà dedicare il suo tempo agli ospiti del centro, magari leggendo assieme i giornali e conversand­o dei temi di attualità. «Non sarebbe per me la prima volta — racconta —. Tempo fa, in occasione di una grande gelata a Roma, diedi una mano a Sant’Egidio per soccorrere i senza tetto».

La carriera politica di «Minzo», come lo chiamano affettuosa­mente i colleghi, non sembra destinata a finire qui. Il 16 marzo, quando si è trattato di decidere sulla sua decadenza, i senatori lo hanno salvato con 137 voti favorevoli (e bipartisan) e lui è stato il primo a rimanere sorpreso: «Non ci avrei scommesso un soldo, quella decisione mi ha molto colpito e sono contento di aver richiamato l’attenzione del

Ho deciso io e non altri Voglio tornare al mio antico amore, il giornalism­o

Tempo fa avevo già dato una mano a Sant’Egidio per aiutare i senza tetto La richiesta

Parlamento sul rapporto tra politica e magistratu­ra». L’Aula ha annullato il parere della Giunta per le immunità e molti hanno detto che quel verdetto ha «rottamato» la legge Severino.

Il gruppo del Pd ha lasciato libertà di coscienza e diversi democratic­i si sono espressi a favore di Minzolini. Ma poi Renzi ha detto che avrebbe votato per la sua decadenza e adesso nessuno sa come andrà a finire la prossima volta, quando si voterà per accogliere o respingere le dimissioni. Certo, il voto sarà segreto e questo potrebbe aiutare il senatore giornalist­a. «Comunque vada — sospira lui — valeva

Per tre giorni alla settimana dovrà dedicare tempo agli ospiti della comunità

la pena viverla. Sembrerà paradossal­e, ma questa vicenda si chiude positivame­nte. Ho raccolto la solidariet­à trasversal­e di tanti parlamenta­ri di diversi schieramen­ti».

Il M5S chiede l’immediata calendariz­zazione in Aula del voto con cui il Senato dovrà approvare o respingere le dimissioni, ma i tempi potrebbero andare per le lunghe. Come ha detto il presidente Pietro Grasso, «sono questioni da valutare nella Conferenza dei capigruppo». Forza Italia è con lui. Luciano Malan parla dell’«ultimo atto coraggioso di un uomo colpito e mai affondato da un certo tipo di magistratu­ra».

All’interno del Pd è polemica, con Massimo Mucchetti che denuncia l’opportunis­mo del suo partito: «Che cosa ha impedito a Renzi e a Delrio di farsi sentire per tempo? Temo che il congresso imminente renda tutto strumental­e».

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