Come cercare lavoro Serve o no il curriculum? Raccontarsi in tempi di crisi
Centri per l’impiego Libri dedicati 12,1% 12% La disoccupazione tra i giovani viaggia intorno al 40%. Era meno della metà solo dieci anni fa, nel marzo del 2007, poco prima che la mina dei mutui «subprime» innescasse la «grande crisi». La corsa alle assunzioni è più serrata che mai, almeno da diversi decenni. Ecco quindi alcuni spunti che possono aiutare chi si affaccia sul mercato del lavoro, a cominciare dal curriculum vitae, salito in questi giorni agli onori delle cronache politiche. Controcorrente rispetto alla crisi, negli ultimi anni, a fronte di un’offerta di posti di lavoro più contenuta, i canali per comunicare e conoscere le assunzioni sul mercato si sono moltiplicati. A fianco delle tradizionali inserzioni delle aziende e delle ricerche delle società di selezione o «executive search», fioriscono per esempio i «career day» (giornate di colloqui) delle università, le iniziative scuola-lavoro, le applicazioni e i siti Internet dedicati. Su Corriere.it Casi, tendenze, offerte e scenari del mercato del lavoro su «www.corriere. it/economia/ lavoro/», «nuvola. corriere.it» e «lavoro. corriere.it»
«Gentile candidato, l’azienda per la quale sta facendo un colloquio ha appena aperto una filiale a Raqqa, in Medio Oriente. Sarebbe disponibile a raggiungere in loco la collega che guida il nuovo ufficio?». La domanda, posta a un colloquio in azienda, ha ricevuto come risposta un entusiasta «sì» davanti a un decisamente attonito selezionatore. Il quale ha poi dovuto spiegare al candidato che Raqqa è la roccaforte dello Stato Islamico, è in guerra ed è praticamente inaccessibile. Insomma, competenze tecniche, volontariato, network, sport e hobby non bastano. Non solo formazione, ma anche informazione. È la cosiddetta «preparazione a 360 gradi» che cercano molte imprese: un candidato che, oltre a sapersi relazionare con gli altri, sappia anche relazionarsi con il mondo, informandosi su quello che sta succedendo intorno a lui, vicino e lontano. Giornali, telegiornali, radio, siti Internet, applicazioni, social network o discussioni tra amici: tutti modi per informarsi e non «cascare dal pero». Anche così, però, può non bastare. Per «bucare il video» al colloquio è importante anche sapersi distinguere. Per questo, fin da giovanissimi, è utile puntare su qualcosa di specifico e particolare. Come studiare un’altra lingua oltre all’inglese o accelerare sull’informatica. Perché «tutto fa curriculum».