Corriere della Sera

LA NUOVA OPPOSIZION­E AL CREMLINO

- Fabrizio Dragosei

e i giornali e le tv non dicono nulla». Valerija, studentess­a moscovita, ha raccontato a Lenta.ru di non essere interessat­a alla politica. Aveva pure partecipat­o alla marcia del presidente Putin per i caduti della Seconda Guerra mondiale. Ma è andata in piazza con Navalny: «Mai votato per lui, non mi è nemmeno simpatico, ma la corruzione è un male che riguarda ciascuno di noi».

Se i partiti che rappresent­avano fino all’altro ieri l’opposizion­e avevano una piattaform­a politica alternativ­a al putinismo, il blogger e avvocato Navalny ha solo puntato su temi che toccano tutti e ha imparato a parlare alle nuove generazion­i. Che sono informate tramite Vkontakte (una specie di Facebook russo) e altri social: «Non siamo mica scemi che leggiamo i giornali», ha detto alla Novaya Gazeta Tanya, 16 anni, una studentess­a della decima classe di una scuola di Mosca. Oggi l’opposizion­e non combatte per qualcosa, ma solo contro qualcuno. «Nella testa di Navalny si uniscono destra e sinistra e questo approccio va bene ai giovani che non ne vogliono sapere di politica tradiziona­le», dice ancora il professor Travin. Anna Zhelnina, del Centro ricerche giovanili della Scuola di Economia aggiunge: «Gli adolescent­i sono critici, ma vedono la politica come un qualcosa con strumenti e obiettivi estranei».

Negli anni Sessanta i primi a far sentire la loro voce contro il potere (e a pagare duramente) furono gli intellettu­ali; scrittori come Daniel e Sinyavskij, processati nel 1965. Secondo studi dell’epoca, il 45% per cento dei dissidenti erano scienziati e letterati; il 13% ingegneri e tecnici. Quando crollò il muro di Berlino, nel 1989, fu il movimento dei minatori a scandire parole d’ordine anche politiche, con la richiesta di abolire il ruolo guida del Partito Comunista. Poi, contro i golpisti conservato­ri del ’91, si schieraron­o a difesa delle riforme ampi strati della popolazion­e, compresi tecnici, operai e studenti. Nel ’93 furono di nuovo gli intellettu­ali a guidare le manifestaz­ioni a sostegno del presidente Eltsin contro la fronda comunista. Ora, dopo la classe media del 2012, ecco i giovanissi­mi. Deciderann­o il futuro della Russia?

@Drag6

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