«Così cerchiamo di individuare i commerci verso l’Italia: carichi, percorsi, destinazioni»
Nel suo ufficio Massimo, vicequestore della Polizia in missione antidroga a Kabul: il suo volto deve rimanere nascosto In partenza Un elicottero in missione antidroga sa che molte mamme arrivano al punto di fumarlo per poi soffiare in bocca ai loro bambini, perché non sentano i morsi della fame. Non solo: i proventi di questo commercio, in un Paese annichilito dalle guerre, portano un reddito minimo nelle case dei contadini che altrimenti non avrebbero che tè e pane per arrivare a fine giornata. «E non dimentichiamo poi l’intreccio con armi e contrabbando, le milizie che fanno il bello e il cattivo tempo. Questa è la situazione: e il mio compito qui è soprattutto quello di un osservatore che, in stretta collaborazione con gli uffici di altri Paesi e con i colleghi afghani, cerca di individuare i traffici verso l’Italia, dove si organizzano i carichi, quali rotte percorrono, dove arrivano a destinazione».
Massimo è appena rientrato da un «giro» ma è impossibile estorcergli particolari più precisi sui suoi «compiti». A Kabul, spiega, lavora per elevare il più possibile le capacità operative dei colleghi afghani: «Se partecipo ai loro blitz? La mia preoccupazione è soprattutto che gli uomini del ministero antinarcotici di Kabul assimilino gli standard internazionali, perché un domani dovranno fare tutto da soli. Io, quando sono con loro, devo essere invisibile. Così come avviene per i colleghi delle agenzie antidroga americana, britannica, tedesca. Un lavoro complesso, di squadra. Ma che la guerra rende imprevedibile: un giorno ti trovi in palestra con i colleghi che sono diventati tuoi amici, e poi, il giorno seguente, scopri che il tuo vicino è saltato su una mina, o è rimasto coinvolto in uno scontro a fuoco fatale. Di lui resta solo il ricordo e un funerale». Tra pochi mesi Massimo tornerà in Italia, con la sua pesante (e preziosissima) esperienza nella lotta alla droga. E poi? «Cosa farò? — sorride —. Mi taglierò la barba. Forse». Papaveri Un campo clandestino per la produzione dell’oppio Oppio grezzo Sacchi di droga appena sequestrati