«Toglimi i figli e io ti sfracello» Poi tampona la sua ex e l’accoltella
Vercelli: fermato l’aggressore, la donna è grave. A Pinerolo un disoccupato uccide la moglie
Due donne accoltellate in poche ore. Una, in gravi condizioni. La seconda è morta, colpita da un fendente alla giugulare. In entrambi i casi i responsabili sono i loro compagni.
Il primo caso a Vercelli dove un uomo, Mauro Zangari, 49 anni, inserviente in ospedale, non accettando la recente separazione giudiziale, ha seguito e lo sgomento dei passanti, Zangari ha raggiunto la sua ex e l’ha colpita ripetutamente al collo e al torace. La donna si era rifugiata in un palazzo, Zangari ha frantumato la vetrata del portone e l’ha aggredita. Chiamati dai testimoni dell’agguato, i carabinieri sono hanno fermato l’uomo che non ha opposto resistenza. Lo scorso dicembre l’inserviente ospedaliero, durante una lite, aveva colpito a pugni la sua ex moglie e da allora doveva sottostare a un provvedimento del giudice che gli vietava di avvicinarsi a Fiorilena Ronco e ai loro due figli, di 22 e 14 anni.
Zangari era ossessionato dall’idea di non poter rivedere i suoi ragazzi e di questo incolpava la moglie, minacciata anche attraverso Facebook. L’ultimo delirante messaggio era arrivato proprio poche ore prima del tentato omicidio: «Toglimi i figli e io ti sfracello». Interrogato dai carabinieri, Zangari non ha mostrato il minimo pentimento. Le condizioni della vittima, ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Vercelli, sono serie: la prognosi è riservata, ma Fiorilena Ronco, che ha un polmone perforato, non correrebbe pericolo di vita.
Il secondo dramma è avvenuto nel tardo pomeriggio in una palazzina a due piani alla periferia di Pinerolo nel Torinese. Angelo Visciglia, un mutilato Su Facebook Ecco cosa scriveva sul proprio profilo Facebook Maurizio Zangari che ha aggredito la sua ex moglie di 64 anni, disoccupato, ha ucciso la moglie. Anche lui con un coltello da cucina.
La vittima, Battistina Russo, 53 anni, lavorava come addetta alle pulizie in una casa di cura. È stato lo stesso omicida a chiamare i carabinieri e ad aprire loro la porta di casa: «Ho ucciso mia moglie — ha detto —, il corpo è in cucina», poi ha chiesto una sigaretta. Portato in caserma e interrogato dal capitano Pasquale Penna e dal sostituto procuratore Monica Supertino, l’uomo ha spiegato i motivi del gesto: «Abbiamo litigato come capitava spesso, per soldi — ha raccontato —. Lei spendeva tutto quello che guadagnava, a me non dava nulla e mi lasciava sempre solo. Ho perso la testa e l’ho ammazzata».
Sconcerto da parte del figlio: «Litigavano spesso, perché mio padre non lavora, ma non ci sono mai state violenze».