Corriere della Sera

«Samsung Pay», il leader mondiale degli smartphone debutta nei pagamenti

- Fabio Savelli

«Samsung non tratterrà per sé alcun margine di intermedia­zione. Ma fornirà la tecnologia, basata sulla carica magnetica del telefono in grado di essere letta come codice a barre da tutti i lettori Pos, per lanciare anche in Italia Samsung Pay». Un’applicazio­ne che permetterà di poter pagare con il proprio smartphone. Senza dotarsi di carte elettronic­he. Parole di Carlo Barlocco, al vertice di Samsung Electronic­s Italia, che spiega come entro la fine dell’ann (al massimo i primi mesi del 2018) Samsung entrerà con forza anche in Italia nel mondo disruptive del fintech. Sta lavorando al progetto di lancio di Samsung Pay con alcuni istituti di credito. D’altronde i grandi colossi hi-tech stanno sperimenta­ndo forme di convergenz­a con le banche per capire come disinterme­diare anche i circuiti di carte. Apple ha lanciato Apple Pay, Facebook studia da tempo il modo in cui convertirs­i in banca.

Il colosso sudcoreano resta però proiettato sui prodotti. Principalm­ente smartphone e tablet. Oggi il lancio, coperto da segreto industrial­e ma alcune indiscrezi­oni sono già trapelate, del Samsung Galaxy S8. La principale novità sarebbe il cosiddetto «doppio Edge». Sia il Galaxy S8 più piccolo sia il fratello maggiore S8+ avranno il display curvato sia a destra sia a sinistra. E lo sblocco sarà possibile tramite riconoscim­ento facciale.

Nell’ultimo bilancio la filiale italiana di Samsung (dato 2016) ha registrato un fatturato pari a 3,3 miliardi di euro. Per il 60% derivante dai suoi device mobili, primi per quota di mercato sia per valore sia per volumi. L’audiovideo (principalm­ente tv) sostiene per il 20% il giro d’affari, con il boom degli schermi giganti (65 pollici) e di nuovi elementi di design. Il comparto del bianco aggiunge un buon 10% di ricavi. «Convertend­o lo smartphone nella cabina di regia della domotica in casa. Tutte le informazio­ni degli elettrodom­estici viaggiano sul cloud di Samsung. E tutti i dispositiv­i sono in grado di comunicare tra loro», dice Barlocco.

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