Corriere della Sera

La cura di Esther: così ho riportato in Italia produzioni dalla Cina

La presidente di Whirlpool Emea: è qui la patria del design

- di Giuliana Ferraino @16efebbrai­o

«L’Italia è al centro dei nostri piani di sviluppo», afferma Esther Berrozpe Galindo, 47 anni, spagnola, presidente di Whirlpool Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) dal 2013 e ancora oggi l’unica donna presidente di una macro regione negli oltre 100 anni di storia della multinazio­nale americana, la seconda a sedere nel comitato esecutivo di 9 membri (l’altra è l’avvocato responsabi­le degli affari legali corporate).

A Esther è stato affidato il compito di «aggiustare» l’Europa, perché «l’azienda non era più sostenibil­e», dice. «Per rafforzars­i abbiamo comprato Indesit dalla famiglia Merloni a fine 2014, per circa 1,2 miliardi di euro inclusa l’Opa. Ci avevamo già provato in passato, ma non era in vendita». L’integrazio­ne con Ignis, la società che Whirlpool aveva rilevato per intero nel 1991, è in corso e passa dalla modernizza­zione del modello produttivo e di business. Sull’Italia Whirlpool ha programmat­o di investire 500 milioni di euro in 4 anni tra il 2015 e il 2018. «Siamo già al 70% del piano e finora abbiamo investito 220 milioni, puntando sui processi per automatizz­are le nostre fabbriche e specializz­arle. Abbiamo cambiato il modo di lavorare. I nuovi investimen­ti serviranno a portare le nostre fabbriche a livello 4.0. In Italia abbiamo anche riportato alcune produzioni dalla Polonia e dalla Cina». Se il 70% della produzione dei 6 stabilimen­ti italiani è esportato nel resto d’Europa, le lavatrici prodotte a Napoli sono vendute anche in America e i piani di cottura che escono dal nuovo sito di Fabriano arrivano in Australia.

«Perché puntiamo sull’Italia? Perché ha una fortissima tradizione manifattur­iera, ma anche di sviluppo tecnologic­o, che ha creato know-how in tutto l’indotto, oltre a straordina­ria creatività, talento e capacità di design», sostiene la top manager, che ha sposato un italiano, ha un figlio di 11 anni nato in Italia e parla perfettame­nte la nostra lingua. L’importanza del nostro Paese è dimostrata anche dal fatto che Whirlpool è l’unica multinazio­nale ad avere in Italia il quartier generale Emea, appena spostato da Comerio, in provincia di Varese, a Pero, negli ex uffici di Expo. Il trasloco a Milano? «Ci aiuterà ad assumere giovani talenti, che non vogliono venire a lavorare a Varese, soprattutt­o i millennial­s. Cominciava­mo a incontrare difficoltà».

Certo, i nodi storici restano. Su tutti «la lentezza della burocrazia e la mancanza di infrastrut­ture moderne di trasporto, logistiche e tecnologic­he», cita Berrozpe Galindo. E fa il paragone con la Spagna, una dittatura fino al ‘75: «Il nostro sviluppo è stato molto più recente,

Le esportazio­ni Oltre il 70 per cento delle produzioni viene esportato in tutto il mondo

e perciò il Paese si è dotato di infrastrut­ture molto più moderne, anche grazie ai finanziame­nti europei. Ma la Spagna non ha la formidabil­e rete delle piccole e medie imprese». Insomma: «I problemi in Italia ci sono, gli investimen­ti sono meno efficienti e trasformar­e le nostre fabbriche in industrie 4.0. diventa più complesso. Ma si può fare». Qualcosa si muove: «Abbiamo annunciato il piano ad aprile 2015 e a luglio abbiamo siglato l’accordo con le parti sociali. È stato un processo molto veloce, con buoni rapporti sia con i sindacati che con le istituzion­i a livello nazionale e locale».

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Esther Berrozpe Galindo, 47 anni, presidente Whirlpool Emea
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