«La Cina risolverà con gli Usa gli attriti sul commercio La pace passa dal dialogo»
L’ambasciatore di Pechino in Italia: Roma cooperi sulla Via della Seta
«L’incontro del presidente Xi Jinping con il presidente americano Donald Trump sarà fondamentale per definire un punto di partenza stabile per l’evoluzione dei rapporti CinaUsa e determinarne la direzione di sviluppo nel prossimo futuro, nonché per favorire la stabilità e la pace nell’area Asia-Pacifico e nel mondo intero. Stati Uniti e Cina dovrebbero aderire al principio di evitare conflitti e scontri, mutuo rispetto e mutuo beneficio, così da facilitare la comunicazione, espandere le collaborazioni e sollecitare ulteriori sviluppi dei rapporti bilaterali».
Abbiamo chiesto all’ambasciatore cinese a Roma, Li Ruiyu, un’intervista alla vigilia della prima visita del leader di Pechino in America dall’elezione di Donald Trump. Ci è stato risposto che il diplomatico non concede interviste di persona ai media, ma avrebbe potuto rispondere per iscritto alle nostre domande. Queste le risposte che ci sono state inviate.
Trump definisce non più accettabile il deficit commerciale, pari a 347 miliardi di dollari, degli Stati Uniti con la Cina. Quali passi concreti siete disposti a fare per riequilibrarlo?
«I rapporti economico-commerciali con gli Stati Uniti portano benefici a entrambe le parti. Le due economie hanno forte complementarietà. Il meccanismo di mercato ha realizzato una realtà dove i loro interessi si integrano: il 40% del surplus cinese deriva dai prodotti delle aziende americane che operano in Cina. Noi sosteniamo che i due Paesi debbano allargare gli interessi comuni. È nostro desiderio risolvere gli attriti economico-commerciali con gli Stati Uniti attraverso un dialogo appropriato, così da poter salvaguardare un sano e stabile percorso di tali rapporti».
La Corea del Nord rappresenta sempre più una minaccia alla stabilità del Pacifico Occidentale. Il presidente Trump ha chiesto alla Cina di far pressioni sul governo nordcoreano «per eliminare la minaccia nucleare» di Pyongyang, altrimenti — ha detto — gli Stati Uniti dovranno agire unilateralmente. Siete disposti a dare una mano per far calare la tensione in quell’area?
«La Cina, in qualità di nazione vicina e responsabile, ha sempre appoggiato l’obiettivo della denuclearizzazione e sostiene il dialogo per risolvere qualsiasi problematica. La questione del nucleare nordcoreano è sostanzialmente un conflitto tra gli Usa e la Corea del Nord. La proposta cinese “Supension-for-Suspension” mira a riaprire la possibilità di un dialogo e a porre i presupposti necessari per un sistema di strade parallele, fino a ottenere la denuclearizzazione e la riappacificazione della penisola. Spero che tutte le parti mantengano il controllo e agiscano
esclusivamente in direzione dello scioglimento delle tensioni, e prendano anche in considerazione la proposta suggerita dalla Cina».
Le nuove Vie della Seta, One Belt One Road, rappresentano una delle nuove e importanti frontiere del commercio e della cooperazione economica. Che ruolo può svolgervi l’Italia?
«One Belt One Road, o “Nuova Via della Seta”, punta a rafforzare la cooperazione internazionale, a interconnettere le strategie di sviluppo reciproco, a concretizzare la complementarietà fra i Paesi e a promuovere la crescita comune. La Cina invita l’Italia, uno dei grandi snodi che collega i tre continenti, a esserne parte attiva. La cooperazione sinoitaliana nel quadro della Nuova Via della Seta darà un importante stimolo alla interazione delle diverse strategie politiche, alla creazione di nuove connessioni infrastrutturali, alla libertà di commercio, alla circolazione monetaria e all’apertura del dialogo fra i popoli. La Cina sostiene il rafforzamento
della cooperazione tra le imprese dei due Paesi, esplorando, ad esempio, la cooperazione dei sistemi portuali del Nord Italia, oppure, a livello energetico e delle infrastrutture valorizzando i progetti congiunti nei Paesi terzi».
Il Piano Made in China 2025 suscita timori in Occidente, dove si teme una svolta in senso autarchico sul piano produttivo e tecnologico. Sono giustificati?
«Il piano Made in China 2025 vuole integrare l’informatizzazione e l’industrializzazione, sviluppare la produzione ecosostenibile e l’alta tecnologia; i suoi principi confermano sia la valorizzazione interna, che le collaborazioni internazionali. Esso è il cardine dello sviluppo dei futuri rapporti di cooperazione tra la Cina e il resto del mondo. Le eccellenze europee coincidono con le esigenze di sviluppo della Cina. Ci auguriamo di poter rafforzare, assieme all’Italia, la compatibilità strategica che intercorre fra Made in China 2025 e il piano italiano Industria 4.0».
Quando il presidente Xi Jinping ricambierà la recente visita del presidente Mattarella in Cina, con un suo viaggio in Italia?
«Negli ultimi tempi, i rapporti tra Cina e Italia hanno imboccato una corsia preferenziale, si sono fatti più frequenti. Il commercio bilaterale ha raggiunto quasi i 45 miliardi di dollari: l’Italia è diventata uno dei Paesi europei che attira più investimenti cinesi. La cooperazione fra le due nazioni a livello di innovazione tecnologica sta dando ottimi risultati e intensa è anche quella culturale. La visita in febbraio del presidente Mattarella in Cina è stata un grande successo. Questo incontro è stato di rilevanza storica per gli sviluppi futuri dei rapporti sino-italiani. Il presidente Xi Jinping ha affetto per l’Italia e ringrazia il presidente Mattarella per l’invito; spera di poter ricambiare in un momento opportuno per entrambi. Sono certo che queste visite reciproche rafforzeranno significativamente i rapporti bilaterali in termini politici».
Negli ultimi tempi i rapporti tra Cina e Italia hanno imboccato una corsia preferenziale. La visita in febbraio del presidente Mattarella è stata un grande successo Il presidente Xi spera di poter ricambiare