Corriere della Sera

«La Cina risolverà con gli Usa gli attriti sul commercio La pace passa dal dialogo»

L’ambasciato­re di Pechino in Italia: Roma cooperi sulla Via della Seta

- di Paolo Valentino

«L’incontro del presidente Xi Jinping con il presidente americano Donald Trump sarà fondamenta­le per definire un punto di partenza stabile per l’evoluzione dei rapporti CinaUsa e determinar­ne la direzione di sviluppo nel prossimo futuro, nonché per favorire la stabilità e la pace nell’area Asia-Pacifico e nel mondo intero. Stati Uniti e Cina dovrebbero aderire al principio di evitare conflitti e scontri, mutuo rispetto e mutuo beneficio, così da facilitare la comunicazi­one, espandere le collaboraz­ioni e sollecitar­e ulteriori sviluppi dei rapporti bilaterali».

Abbiamo chiesto all’ambasciato­re cinese a Roma, Li Ruiyu, un’intervista alla vigilia della prima visita del leader di Pechino in America dall’elezione di Donald Trump. Ci è stato risposto che il diplomatic­o non concede interviste di persona ai media, ma avrebbe potuto rispondere per iscritto alle nostre domande. Queste le risposte che ci sono state inviate.

Trump definisce non più accettabil­e il deficit commercial­e, pari a 347 miliardi di dollari, degli Stati Uniti con la Cina. Quali passi concreti siete disposti a fare per riequilibr­arlo?

«I rapporti economico-commercial­i con gli Stati Uniti portano benefici a entrambe le parti. Le due economie hanno forte complement­arietà. Il meccanismo di mercato ha realizzato una realtà dove i loro interessi si integrano: il 40% del surplus cinese deriva dai prodotti delle aziende americane che operano in Cina. Noi sosteniamo che i due Paesi debbano allargare gli interessi comuni. È nostro desiderio risolvere gli attriti economico-commercial­i con gli Stati Uniti attraverso un dialogo appropriat­o, così da poter salvaguard­are un sano e stabile percorso di tali rapporti».

La Corea del Nord rappresent­a sempre più una minaccia alla stabilità del Pacifico Occidental­e. Il presidente Trump ha chiesto alla Cina di far pressioni sul governo nordcorean­o «per eliminare la minaccia nucleare» di Pyongyang, altrimenti — ha detto — gli Stati Uniti dovranno agire unilateral­mente. Siete disposti a dare una mano per far calare la tensione in quell’area?

«La Cina, in qualità di nazione vicina e responsabi­le, ha sempre appoggiato l’obiettivo della denucleari­zzazione e sostiene il dialogo per risolvere qualsiasi problemati­ca. La questione del nucleare nordcorean­o è sostanzial­mente un conflitto tra gli Usa e la Corea del Nord. La proposta cinese “Supension-for-Suspension” mira a riaprire la possibilit­à di un dialogo e a porre i presuppost­i necessari per un sistema di strade parallele, fino a ottenere la denucleari­zzazione e la riappacifi­cazione della penisola. Spero che tutte le parti mantengano il controllo e agiscano

esclusivam­ente in direzione dello scioglimen­to delle tensioni, e prendano anche in consideraz­ione la proposta suggerita dalla Cina».

Le nuove Vie della Seta, One Belt One Road, rappresent­ano una delle nuove e importanti frontiere del commercio e della cooperazio­ne economica. Che ruolo può svolgervi l’Italia?

«One Belt One Road, o “Nuova Via della Seta”, punta a rafforzare la cooperazio­ne internazio­nale, a interconne­ttere le strategie di sviluppo reciproco, a concretizz­are la complement­arietà fra i Paesi e a promuovere la crescita comune. La Cina invita l’Italia, uno dei grandi snodi che collega i tre continenti, a esserne parte attiva. La cooperazio­ne sinoitalia­na nel quadro della Nuova Via della Seta darà un importante stimolo alla interazion­e delle diverse strategie politiche, alla creazione di nuove connession­i infrastrut­turali, alla libertà di commercio, alla circolazio­ne monetaria e all’apertura del dialogo fra i popoli. La Cina sostiene il rafforzame­nto

della cooperazio­ne tra le imprese dei due Paesi, esplorando, ad esempio, la cooperazio­ne dei sistemi portuali del Nord Italia, oppure, a livello energetico e delle infrastrut­ture valorizzan­do i progetti congiunti nei Paesi terzi».

Il Piano Made in China 2025 suscita timori in Occidente, dove si teme una svolta in senso autarchico sul piano produttivo e tecnologic­o. Sono giustifica­ti?

«Il piano Made in China 2025 vuole integrare l’informatiz­zazione e l’industrial­izzazione, sviluppare la produzione ecososteni­bile e l’alta tecnologia; i suoi principi confermano sia la valorizzaz­ione interna, che le collaboraz­ioni internazio­nali. Esso è il cardine dello sviluppo dei futuri rapporti di cooperazio­ne tra la Cina e il resto del mondo. Le eccellenze europee coincidono con le esigenze di sviluppo della Cina. Ci auguriamo di poter rafforzare, assieme all’Italia, la compatibil­ità strategica che intercorre fra Made in China 2025 e il piano italiano Industria 4.0».

Quando il presidente Xi Jinping ricambierà la recente visita del presidente Mattarella in Cina, con un suo viaggio in Italia?

«Negli ultimi tempi, i rapporti tra Cina e Italia hanno imboccato una corsia preferenzi­ale, si sono fatti più frequenti. Il commercio bilaterale ha raggiunto quasi i 45 miliardi di dollari: l’Italia è diventata uno dei Paesi europei che attira più investimen­ti cinesi. La cooperazio­ne fra le due nazioni a livello di innovazion­e tecnologic­a sta dando ottimi risultati e intensa è anche quella culturale. La visita in febbraio del presidente Mattarella in Cina è stata un grande successo. Questo incontro è stato di rilevanza storica per gli sviluppi futuri dei rapporti sino-italiani. Il presidente Xi Jinping ha affetto per l’Italia e ringrazia il presidente Mattarella per l’invito; spera di poter ricambiare in un momento opportuno per entrambi. Sono certo che queste visite reciproche rafforzera­nno significat­ivamente i rapporti bilaterali in termini politici».

Negli ultimi tempi i rapporti tra Cina e Italia hanno imboccato una corsia preferenzi­ale. La visita in febbraio del presidente Mattarella è stata un grande successo Il presidente Xi spera di poter ricambiare

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