Corriere della Sera

Harry onora Diana «Il mondo libero dalle mine nel 2025»

Il sogno della principess­a realizzato dal figlio?

- Paola De Carolis

Aveva dodici anni quando morì Diana. Oggi, a 32, Harry è pronto a continuare il lavoro della madre. Quinto in linea di succession­e al trono, libero dal peso della corona ma non dalle responsabi­lità del cognome Windsor, il principe sembra intenziona­to a usare la sua visibilità per le cause in cui crede. A pochi mesi dal ventesimo anniversar­io della scomparsa della principess­a del Galles, ha ospitato a Kensington Palace i due enti benefici con i quali Diana aveva puntato i riflettori sulle mine anti uomo, nonché i due ragazzi ai quali la principess­a aveva promesso aiuto. «Oggi Malic e Zarko sono grandi, ma tutti e due combattono ancora con le loro ferite fisiche e emotive», ha detto Harry, alto, spigliato, serio e allo stesso tempo simpatico. «Con il vostro aiuto possiamo mantenere l’impegno preso da mia madre».

Il principe sa muoversi bene. Sul palco ha invitato il ministro per lo Sviluppo internazio­nale Priti Patel, che ha garantito di triplicare l’investimen­to del governo per raggiunger­e l’obiettivo che Harry, assieme al Mine Advisory Group e Halo, si è prefisso: liberare il mondo dalle mine entro il 2025. «Mia madre era rimasta sconcertat­a dall’impatto delle mine sulla gente e in particolar­e sui bambini. Non capiva perché rimuoverle non era una priorità. Non poteva accettare che fossero lasciate lì, nei campi, solo perché toglierle era troppo caro».

Il suo intervento, ha ricordato Harry, non era piaciuto a tutti. Durante il viaggio in Angola in cui era stata fotografat­a con il giubbetto anti mine mentre attraversa­va un campo appena reso sicuro, era stata definita «un cannone impazzito» dal sottosegre­tario alla difesa George Howe: troppo

politica, per una reale, la sua presa di posizione. Eppure, nonostante le critiche, Diana «non si stancò di raccoglier­e le storie delle vittime e di farle conoscere al mondo», ha ricordato Harry. Malic e Zarko, conosciuti in Bosnia pochi giorni prima di morire, hanno più di 30 anni, sono a loro volta padri, ma non hanno dimenticat­o l’incontro con la principess­a. Diana, ha precisato Zarko, ha cambiato le loro vite. «Quando l’ho vista non riuscivo a credere ai miei occhi. Una principess­a in blue jeans! Prima di andare via ci ha detto che non saremmo stati dimenticat­i. Le sue parole mi hanno dato la forza di superare tanti momenti difficili». Harry, che con Halo è andato in Mozambico, è stato crescendo il più agitato dei due fratelli: meno accademico di William, finì il liceo di Eton con due A levels, non tre, come la maggior parte degli studenti: invece di frequentar­e l’università si iscrisse al collegio militare di Sandhurst. Oggi il piglio reale non gli manca.

L’impegno Il governo britannico promette di triplicare gli investimen­ti per raggiunger­e l’obiettivo

 ??  ?? 20 anni dopo A sinistra i bosniaci Malik e Zarko con la principess­a Diana nel 1997, qui sopra oggi a Kensington Palace parlano con il principe Harry
20 anni dopo A sinistra i bosniaci Malik e Zarko con la principess­a Diana nel 1997, qui sopra oggi a Kensington Palace parlano con il principe Harry
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