Corriere della Sera

Fisco, corsa alla rottamazio­ne Richieste record per 8,3 miliardi

Orlandi (Entrate) : serve la revisione del catasto per garantire più equità

- Enrico Marro

Con la rottamazio­ne delle cartelle Equitalia si incasserà più dei 7,2 miliardi previsti nel biennio 2017-18. Ormai alla società della riscossion­e ne sono certi. Ieri, in un’audizione in Parlamento, l’amministra­tore delegato, Ernesto Ruffini, ha detto che al 23 marzo sono arrivate 600 mila domande di definizion­e agevolata delle cartelle esattorial­i. Di queste ne sono state lavorate 502 mila per un valore complessiv­o di 8,3 miliardi. Da questa cifra bisognerà togliere lo sconto sugli interessi e le sanzioni previsto dalla sanatoria. Ruffini non ha detto di quanto sarà l’incasso netto rispetto agli 8,3 miliardi lordi, ma si può stimare intorno ai 5,5 miliardi. Ma altri soldi arriverann­o perché per presentare le domande di rottamazio­ne c’è tempo fino al 21 aprile

A oggi, le richieste arrivate ad Equitalia potrebbero aver già oltrepassa­to le 750 mila. Ecco perché i tecnici sono sicuri di superare ampiamente l’incasso di 7,2 miliardi di euro nel biennio previsto dal governo. Il grosso del gettito dovrebbe arrivare quest’anno, perché chi ha scelto di pagare in 5 rate il debito col Fisco dovrà corrispond­ere le prime tre entro il 2017 e perché un contribuen­te su 4 ha deciso di saldare tutto in un’unica rata.

La soddisfazi­one di Equitalia e del governo è palpabile. Le domande hanno raggiunto il ritmo di 17 mila al giorno nell’ultimo periodo, ha sottolinea­to Ruffini. Del resto gli sconti offerti sono allettanti. Senza sanzioni e interessi di mora si può risparmiar­e anche il 40-50% del dovuto. Va però ricordato che il famoso «magazzino»

di cui parlò lo stesso amministra­tore delegato un anno fa è sterminato. Equitalia ha una somma teorica da riscuotere, accumulata da 2000 ad oggi, di 1.058 miliardi di euro. Una somma che riguarda in tutto 20 milioni contribuen­ti, consideran­do pure gli altri enti

creditori. Anche se la somma «aggredibil­e» fu valutata dallo stesso Ruffini in 51 miliardi di euro, il resto sono cifre ormai difficilme­nte esigibili. Consideran­do che le 502 mila domande di rottamazio­ne lavorate finora si riferiscon­o a circa 2,5 milioni di cartelle

(perché molto spesso un contribuen­te ha più di una cartella), si capisce che sono ancora molti coloro che, nonostante la sanatoria, continuano a non pagare. In Parlamento c’è già chi chiede, come Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), la proroga di un anno e di estendere da 5 a 15 le rate. Ma al momento non c’è alcuna apertura da parte del governo.

Sempre ieri audizione del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi. Che ha vantato i 19 miliardi di euro recuperati nel 2016 da lotta all’evasione, 4,1 dei quali con la voluntary disclosure che ha portato alla luce capitali nascosti all’estero per 61,7 miliardi. E sono 750 gli italiani finiti nell’inchiesta Panama papers per evasione internazio­nale. Orlandi, rispondend­o a domande, ha giudicato «necessaria una revisione» del catasto mentre sulla web tax ha sottolinea­to che sarebbe giusta ma che andrebbe concordata a livello internazio­nale.

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