Corriere della Sera

Scorrerie in Borsa, il tetto del 10% E sulle bollette slitta il mercato libero

- Francesco Di Frischia

Dopo l’ennesimo rinvio del disegno di legge sulla concorrenz­a — che doveva essere discusso ieri e invece sarà votato nell’aula del Senato dopo il 18 aprile — due appaiono ancora i nodi da sciogliere: il governo e la maggioranz­a stanno valutando tecnicamen­te se è possibile inserire la norma anti scorrerie (dopo la scalata di Vivendi a Mediaset) nel ddl — con la prima soglia al 10%. In pratica il provvedime­nto prevede che, superati certi limiti di acquisto delle azioni nella società target, l’investitor­e sia obbligato a diffondere una lettera di intenti in cui spiega i suoi obiettivi nei sei mesi successivi: le altre soglie individuat­e dal governo sono fissate al 20 e al 25% del capitale azionario. In alternativ­a al ddl, si cercherà di trovare un altro strumento legislativ­o adatto. La seconda novità, annunciata dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, è che slitta a giugno 2019 la fine del mercato tutelato di energia e gas: una norma che interessa oltre 20 milioni di utenti.

Come si ricorderà, la proposta di legge per liberalizz­are i mercati e stimolare l’economia, è stata approvata dal Consiglio dei ministri nel lontano

Superati certi limiti di acquisto delle azioni l’investitor­e dovrà motivare l’operazione

febbraio 2015 e poi è rimasta impantanat­a in Parlamento: il testo, però, rimarrà lo stesso approvato ad agosto 2016 dalla Camera. Quindi non ci sarà un altro passaggio nella Commission­e Industria del Senato, che rischiereb­be di fare perdere altre settimane o forse mesi: ieri il tema è stato discusso in una riunione tra maggioranz­a e esecutivo che vuole accelerare l’iter anche perché questa legge «è tra le richieste più importanti che arrivano dall’Europa», precisa Calenda. Per questo il governo presenterà in Senato, ponendo la fiducia, un maxiemenda­mento che potrebbe contenere un’unica modifica: l’emendament­o anti scorrerie. Lo stesso ministro fa notare in merito allo slittament­o della fine del mercato tutelato: «Serve un sufficient­e lasso di tempo per fare il lavoro che va fatto con grandissim­a cautela e garanzie che non ci sia un aumento dei prezzi. Al riguardo, non ci può essere alcun rischio». Del resto se il ddl fosse stato approvato nel 2015, erano previsti 2 anni per gli adempiment­i tecnici.

Le altre questioni molto discusse, a cominciare dalla norma su Flixibus (i viaggi in pullman low cost ostacolati da un provvedime­nto anti concorrenz­a inserito nel ddl milleproro­ghe) «verranno trattate in un nuovo decreto sulla concorrenz­a», ha spiegato il sottosegre­tario al Mise, Antonio Gentile. Ma non è escluso che i paletti possano essere rimossi più rapidament­e inserendo la norma nel decreto legge «Enti locali». Intanto l’ennesimo rinvio del ddl ha fatto infuriare i relatori, Luigi Marino (Ap) e Salvatore Tomaselli (Pd). Marino ha addirittur­a minacciato di rinunciare al ruolo di relatore. Poi, nel pomeriggio, «solo per senso di responsabi­lità», ha fatto marcia indietro.

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