Elkann: Fca-Cnh-Ferrari? Valore moltiplicato per 7
«Il gruppo Rcs Mediagroup beneficerà del talento di Cairo»
È stato l’anno della metamorfosi. E quando è così, i conti non possono raccontare tutto. Sono comunque una buona base di partenza, tanto più se dimostrano di aver assorbito l’impatto di massicci investimenti. È quel che dice il bilancio 2016 di Exor. Completare l’acquisto del 100% di PartnerRe ha significato tra l’altro la firma di un assegno da 5,337 miliardi di euro. Ne ha chiaramente risentito la situazione finanziaria. Ma c’era un attivo di 1,336 miliardi, l’anno prima, per cui il saldo negativo netto è meno pesante del previsto: 3,4 miliardi. E se i conseguenti interessi sul debito hanno contribuito a far scendere gli utili da 744 a 588 milioni, sono pur sempre confermati gli 82 milioni di dividendo del 2015. Allo stesso modo, in attesa delle cedole piene del colosso riassicurativo sono i dati patrimoniali a fotografare meglio la «nuova Exor». Il patrimonio netto va da 10,4 a quasi 11 miliardi. Il valore degli attivi cresce del 9,6% a 14,6 miliardi (di dollari, qui).
Se PartnerRe è oggi il primo asset della cassaforte, che il 30 maggio terrà la sua prima assemblea ad Amsterdam (ma conterà molto di più il primo Investor Day annuale: 5 ottobre, ritorno a Torino), è comunque un’operazione avviata già nel 2015. Le vere «bandiere 2016» della holding guidata da John Elkann vanno sotto le voci Ferrari ed editoria. Lo spin off da Fiat Chrysler ha portato il 22,91% di Maranello (con il 32,75% dei diritti di voto) direttamente nel portafoglio Exor, che in otto anni ha visto moltiplicarsi per sette il valore del business automotive (dunque inclusa Cnh). Nell’editoria, l’anno del matrimonio tra Stampa e Repubblica è stato anche quello della cessione della quota detenuta da Fca in Rcs Mediagroup. Nel primo caso, per il quotidiano da sempre di proprietà degli Agnelli è
chiaramente una svolta storica, visto che Fiat dall’editoria esce del tutto e passa la mano alla cassaforte (ridimensionata in Italia ma diventata, intanto, primo azionista dell’Economist). Dopodiché, come dice Elkann a proposito della precedente alleanza con il Secolo XIX, «la necessità porta i vecchi rivali a riavvicinarsi». Idem per l’intesa con Rodolfo De Benedetti: e «sono molto felice che insieme creeremo Gedi, guidato da una manager di talento come Monica Mondardini». Quanto a Rcs, il plenipotenziario della famiglia rivendica il ruolo degli Agnelli nelle varie fasi in cui l’azienda ha avuto bisogno di aiuto. Oggi, però, «Rcs è controllata e guidata da un imprenditore molto capace e di successo come Urbano Cairo. Ha mostrato un serio interesse per Rcs, offrendo di comprarla a un bel premio. È stato un bene non solo per i soci Fca, ma per la stessa Rcs, che beneficerà del suo talento, della chiarezza nella strategia e della stabilità».