Corriere della Sera

Boccia: il vero problema è il costo del lavoro

- Andrea Ducci

Ci vorrebbero salari più alti. La richiesta è inusuale perché arriva dalla Bce, quella Banca centrale europea solitament­e attenta a specificar­e che per rivedere le retribuzio­ni serve, d’altra parte, maggiore produttivi­tà. Un teorema, nella lunga stagione di politica monetaria espansiva. Ma adesso far ripartire l’economia dell’area euro è la priorità, che spinge Draghi a caldeggiar­e ai governi e alle parti sociali interventi per fare salire i salari. «Sono ben al di sotto delle medie storiche», dice il numero uno della Bce.

Il contesto, invece, restituisc­e un quadro dove le contrattaz­ioni salariali del 2017 sono ormai già state chiuse e le negoziazio­ni restano ancorate al mantenimen­to dell’occupazion­e, evidenzian­do che lo spazio per ritoccare verso l’alto gli stipendi non c’è. L’invito di Draghi non passa però inosservat­o. Dal fronte di Confindust­ria parla il presidente Vincenzo Boccia: «Aumentare i salari, aumentando la produttivi­tà. Non ci dimentichi­amo i dati che ci dicono che siamo 10 punti di cuneo fiscale sopra la media europea. Quindi — aggiunge — noi abbiamo un problema di costo del lavoro, ma ancor di più costo di lavoro-produttivi­tà».

La suggestion­e di Francofort­e trova pronta la leader della Cgil, Susanna Camusso. «Da tempo infinito sosteniamo» che il livello dei salari è troppo basso, «da qui le polemiche sui rinnovi contrattua­li e sull’idea che si debba trasferire tutto in welfare», sostiene. L’osservazio­ne di Camusso, del resto, è che «la distanza tra le retribuzio­ni dei lavoratori e quelle dei manager si stia sempre più allargando». Una consideraz­ione corredata da un’ulteriore valutazion­e: «Si è disinvesti­to sul lavoro e sulla sua qualità». Sul versante Cisl a commentare le parole di Draghi è il segretario generale, Annamaria Furlan. L’impostazio­ne di una politica monetaria espansiva e l’appello sulle retribuzio­ni sono per Furlan un terreno agevole su cui concordare. «È importante che abbia (Draghi, ndr) sottolinea­to la necessità di alzare i salari in Europa, una rivendicaz­ione che sta portando — specifica Furlan — avanti tutto il movimento sindacale europeo, sollecitan­do una svolta nelle politiche dei governi verso una maggiore crescita economica per ridurre le diseguagli­anze sociali».

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