Rosa e Olindo, 7 nuovi indizi «Il processo può riaprirsi»
nuovo» è convinto l’avvocato Schembri. «In sostanza è come se la Cassazione avesse ordinato direttamente l’ammissibilità delle nostre richieste».
Il che significa, precisa Schembri, che «faremo finalmente accertamenti scientifici sui capelli trovati addosso al piccolo Youssef, su un mazzo di chiavi che non sappiamo dire che cosa aprono e di chi sono, su un accendino, sui giubbotti delle vittime, sul cellulare mai analizzato di Raffaella Castagna (la madre di Youssef, ndr), su un’impronta di scarpa trovata su un cuscino...». Insomma: su molti dei reperti che ovviamente fanno parte del «caso Erba» fin dall’inizio ma che proprio per il fatto di non essere mai stati esaminati sono «nuovi» e quindi possono essere motivo di revisione del processo. Sempre che l’esito degli accertamenti porti nella «direzione giusta», che per gli avvocati di Olindo e Rosa significa verso la possibile presenza di altre persone sulla scena del delitto.
«È chiaro che per noi tutto questo è l’anticamera della richiesta di revisione» spiega Schembri. «Ma il ricorso l’abbiamo fatto al buio, non sappiamo a quali esiti andiamo incontro. Per noi è una questione di giustizia finora negata Ergastolo Rosa Bazzi, 54 anni, e Olindo Romano, 55 (Fotogramma) e chiediamo che l’esame avvenga con l’incidente probatorio perché possano partecipare tutte le parti in causa».
Tutto questo mentre è pendente da circa tre anni un altro ricorso per Olindo e Rosa, stavolta alla Corte dei diritti umani di Strasburgo.
Nel frattempo è morto Mario Frigerio, il testimone oculare che dopo l’aggressione visse il resto dei suoi giorni portando addosso i segni della mattanza di quella sera. Sua moglie Valeria, colpevole come lui di essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, morì accoltellata da Rosa mentre Olindo tagliava a lui la gola. Questo dicono fin qui le sentenze. E dicono che i due avevano appena ucciso senza pietà Youssef, Raffaella e la mamma di lei, Paola Galli.
Olindo e Rosa ammisero tutto, poi ritrattarono. I loro avvocati parlarono di confessione «illegittima», insinuarono che il testimone fosse stato indotto a fare il nome di Olindo. Ma Frigerio in aula guardò negli occhi il vicino e gli puntò il dito contro. «Sei stato tu, disgraziato».