Il festival
Tra gli special guest dell’ottava edizione del festival “Middle East Now” a Firenze c’è il giovane chef di origini irachene Philip Juma, fondatore dei ristoranti pop up« Juma Kitchen», che spopolano a Londra. Sarà protagonista di una cooking class «Corso di Cucina irachena» alla Scuola Cordon Bleu di Firenze (Via Giusti 7) domani, sabato 8 aprile (dalle 10.30 alle 14.00); inoltre terrà una cena “Iraqi pop-up dinner“stasera presso Ditta Artigianale (Via dello Sprone 3/5R). occupava di investimenti. «Era un lavoro che non mi rendeva felice. Quando mollai mio padre pensava che fossi impazzito», racconta. «Poi un paio di anni fa è venuto ad una delle mie cene, ed è rimasto colpito dal numero di commensali non iracheni che volevano provare il nostro cibo. Ma è proprio questo il punto, mostrare la nostra cultura e le nostre tradizioni agli altri!». Suo padre ricorda i momenti felici di Mosul, «ma c’è tanta tristezza, amarezza, rassegnazione per una città avvolta nel sangue e nella guerra». La maggior parte delle persone che si presentano alle sue cene popup non hanno idea di cosa aspettarsi. «A Londra ci sono tre o quattro ristoranti iracheni, con chef per lo più anziani. Sono frequentati da clienti iracheni di una certa età, mentre io voglio coinvolgere un pubblico più vario».
Eppure familiari e amici gli avevano consigliato di orientarsi su piatti più mediorientali anziché esclusivamente iracheni, ma Chef Juma ha insistito nella sua idea: dimostrare che l’Iraq è qualcosa di più di una guerra, facendo conoscere in tutto il mondo la ricchezza di sapori e colori della cucina di suo padre, in cui influenze indiane di coriandolo, cardamomo, zafferano e cumino si fondono a sapori mediorientali che lui arricchisce con un pizzico di contemporaneità. Il risultato è stato stupefacente: questo giovane trentatreenne è diventato il volto della cucina irachena a Londra. Oggi ha anche una rubrica sul quotidiano inglese «London Evening Standard», in cui pubblica le ricette dei suoi piatti. E col suo lavoro sta spingendo tante altre persone nel mondo ad avvicinarsi all’Iraq. Quello vero.