Corriere della Sera

«E dopo i voucher articolo 18 e pensioni» Landini (Fiom) rilancia dopo la vittoria nella campagna referendar­ia. Passa il decreto

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prosegue. La Cgil riunirà oggi il direttivo e domani l’assemblea dei quadri e dirigenti per «decidere come continuare», ha spiegato ieri Landini all’assemblea nazionale della Fiom, aperta al contributo di autorevoli esperti esterni al sindacato, da Lucio Caracciolo ad Andrea Riccardi, da Marcello Minenna a Riccardo Realfonzo.

Il decreto legge sui voucher è stato approvato alla Camera con 232 sì, 52 no e 68 astenuti. A favore ha votato una maggioranz­a più ampia del solito, con anche Sinistra italiana e Mpd, la formazione che si è scissa dal Pd. Il Movimento 5 stelle si è astenuto. Va sottolinea­to che su 27 deputati di Alternativ­a popolare, il partito di Angelino Alfano, ben 22 erano assenti o in missione. E sempre ieri Ap ha presentato la sua proposta di legge per reintrodur­re i voucher, estendere il lavoro a chiamata e introdurre i mini jobs sul modello tedesco. Il capogruppo di Ap in commission­e Lavoro, Sergio Pizzolante, ha parlato di un «accordo» col premier Gentiloni che si sarebbe impegnato a varare un decreto legge sui nuovi voucher entro il 15 maggio, «perché non possiamo cedere ai ricatti della Cgil», dice Pizzolante. Pronta la replica della Camusso: «Nessun ricatto, abbiamo raccolto 3 milioni di firme e seguito le regole della democrazia».

Il decreto passa ora al Senato per l’approvazio­ne finale, che consentirà di evitare i due referendum (voucher e appalti) Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ieri al presidio davanti a Montecitor­io altrimenti già fissati per il 28 maggio. La Cgil continuerà la mobilitazi­one durante l’iter al Senato, dove il presidente della commission­e Lavoro, Maurizio Sacconi (Energie per l’Italia) non condivide affatto la resa del governo alla Cgil. La quale guarda già alle prossime tappe. «Bisogna ripristina­re l’articolo 18 sul diritto al reintegro per i licenziame­nti ingiusti ed estenderlo a tutte le forme di lavoro — dice Landini —. Inoltre, bisogna cambiare la riforma delle pensioni. E infine cambiare la politica, perché c’è stata una scarsa rappresent­anza del lavoro».

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