Il Tribunale di Torino: «Vespa ha il copyright»
Piaggio ottiene la tutela del diritto d’autore
A 71 anni dalla messa su strada da parte dell’ingegner Corradino d’Ascanio, la Vespa della Piaggio ottiene da un tribunale italiano il primo riconoscimento della sua originalità. Il gruppo di Pontedera si è infatti visto riconoscere dalla sezione specializzata del tribunale di Torino, giudice Silvia Vitrò, una doppia attribuzione. Non solo il modello Lx del 2005 è risultato oggetto di un marchio di forma tridimensionale di titolarità di Piaggio, ma tutte le Vespa — da 1946 in poi — sono riconosciute nella loro forma come opera di design industriale «tutelata dall’articolo 2.10 della legge sul diritto d’autore».
Piaggio, seguita dallo studio milanese Sena-Tarchini e in particolare dal professor Giuseppe Sena coadiuvato dall’avvocato Vincenzo Urso, aveva agito dopo l’esposizione a un salone del motociclo di uno scooter, «Ves», prodotto dalla cinese Zhejiang Zhongneng. La Ves, non solo per assonanza, risultava del tutto simile alla Vespa Piaggio, in particolare alla Lx del 2005. Da qui il ricorso della casa italiana.
Stupisce che uno dei simboli della creatività italiana e del miglior made in Italy non avesse ancora ottenuto alcun riconoscimento ufficiale della propria originalità. «In passato — dicono dallo studio Sena-Tarchini — vi era stata una sentenza favorevole di un tribunale parigino, ma mai l’argomento era arrivato a un tribunale italiano, né una sentenza era intervenuta con tanta ampiezza». La sentenza tutela tutti i modelli della Vespa.
Sempre ieri, Michele Colaninno, amministratore delegato e direttore generale di Immsi e consigliere di Piaggio è stato nominato vice presidente di Acem, l’associazione europea dell’industria motociclistica. «Lavoreremo Vespa Il primo modello datato 1946
— ha detto — affinché le tematiche del libero commercio, della sicurezza e del rispetto ambientale rimangano centrali nell’ambito degli indirizzi strategici che le istituzioni europee adotteranno». Senza ovviamente scordare l’importanza del diritto d’autore.
Di questi 3,6 miliardi, 1,25 miliardi confluirebbero sulle società quotate sul mercato Aim Italia