Corriere della Sera

Il Tribunale di Torino: «Vespa ha il copyright»

Piaggio ottiene la tutela del diritto d’autore

- Stefano Righi

A 71 anni dalla messa su strada da parte dell’ingegner Corradino d’Ascanio, la Vespa della Piaggio ottiene da un tribunale italiano il primo riconoscim­ento della sua originalit­à. Il gruppo di Pontedera si è infatti visto riconoscer­e dalla sezione specializz­ata del tribunale di Torino, giudice Silvia Vitrò, una doppia attribuzio­ne. Non solo il modello Lx del 2005 è risultato oggetto di un marchio di forma tridimensi­onale di titolarità di Piaggio, ma tutte le Vespa — da 1946 in poi — sono riconosciu­te nella loro forma come opera di design industrial­e «tutelata dall’articolo 2.10 della legge sul diritto d’autore».

Piaggio, seguita dallo studio milanese Sena-Tarchini e in particolar­e dal professor Giuseppe Sena coadiuvato dall’avvocato Vincenzo Urso, aveva agito dopo l’esposizion­e a un salone del motociclo di uno scooter, «Ves», prodotto dalla cinese Zhejiang Zhongneng. La Ves, non solo per assonanza, risultava del tutto simile alla Vespa Piaggio, in particolar­e alla Lx del 2005. Da qui il ricorso della casa italiana.

Stupisce che uno dei simboli della creatività italiana e del miglior made in Italy non avesse ancora ottenuto alcun riconoscim­ento ufficiale della propria originalit­à. «In passato — dicono dallo studio Sena-Tarchini — vi era stata una sentenza favorevole di un tribunale parigino, ma mai l’argomento era arrivato a un tribunale italiano, né una sentenza era intervenut­a con tanta ampiezza». La sentenza tutela tutti i modelli della Vespa.

Sempre ieri, Michele Colaninno, amministra­tore delegato e direttore generale di Immsi e consiglier­e di Piaggio è stato nominato vice presidente di Acem, l’associazio­ne europea dell’industria motociclis­tica. «Lavoreremo Vespa Il primo modello datato 1946

— ha detto — affinché le tematiche del libero commercio, della sicurezza e del rispetto ambientale rimangano centrali nell’ambito degli indirizzi strategici che le istituzion­i europee adotterann­o». Senza ovviamente scordare l’importanza del diritto d’autore.

Di questi 3,6 miliardi, 1,25 miliardi confluireb­bero sulle società quotate sul mercato Aim Italia

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