«Le lacrime amare di Messi»
L’uomo che ha rivoluzionato lo stile di vita dell’argentino: «Credo che la prima volta abbia pianto, ma è speciale»
di favore e ne ha guadagnato così la fiducia incondizionata. Messi è venuto qui anche la scorsa settimana: «Non lo so che rapporto si è creato — spiega Poser — perché nessuno dei due parla la lingua dell’altro. Ci intendiamo, ma è difficile capire il rapporto emozionale che c’è. Non so come sia successo che ho ottenuto la sua fiducia, ma è così. Io non sono né un mago, né uno stregone, né un guru: detesto queste etichette, mi piace essere considerato un medico specialista in medicina dello sport. Ho iniziato da medico di base, da oltre trent’anni seguo gli atleti: mi sono posto fin da subito l’obiettivo di cercare le cause dei problemi, di risalire un po’ più in là dei sintomi. Mettendoci le mani, senza smettere mai di imparare».
Poser ha lavorato con l’Udinese e con il Palermo di Zamparini. Si concentra sulla postura e sulla dieta: la sintesi del suo lungo percorso professionale è rappresentata dalla kinesiologia applicata, un approccio medico «non convenzionale» o meglio «complementare» che consente di ricavare la massima energia da ogni singolo muscolo e di lavorare così sulla prevenzione degli infortuni: «Nella kinesiologia non esiste un protocollo unico, ma attraverso i test sul muscolo possiamo vedere l’effetto che ha un alimento o un integratore su di esso. Ci sono sempre risposte diverse per ogni singolo individuo. E questo ti spinge ad avere una totale apertura mentale, che nel calcio, ma anche nella medicina non è certo accettata senza remore».
Leo sì, Higuain no
Fondamentale è la selezione del carburante, ovvero del cibo. La rivoluzione della macchinaMessi nasce da qui. «I top player non avrebbero bisogno di niente, se questa società per come è strutturata non li intossicasse — premette Poser — . Ma i dettagli dopo i 25-26 anni, quando il corpo ha accumulato scorie e tossine, fanno la differenza. Ma non a tutti gli atleti questo causa problemi evidenti. Basti pensare a Higuain, che continuano a dire che è seguito da me, ma non è vero: lui è un fenomeno ed è contento così com’è, a costo di “accontentarsi” del suo rendimento comunque elevato. Messi invece si è trovato di fronte a un bivio: “se vuoi rimanere ai livelli da Pallone d’oro devi cambiare”. Gli è entrato qualcosa in testa, penso che abbia fatto una grande fatica a iniziare. Immagino che la prima volta abbia anche pianto lacrime amare. Perché non si tratta solo di cambiare alimentazione, ma di avere uno stile di vita completamente nuovo. Viviamo in un’era in cui gli alimenti hanno troppe contaminazioni e queste si riflettono a livello energetico sulla resistenza allo sforzo e il recupero dallo stesso. Non si diventa professionisti e tanto meno fenomeni come Messi perché si mangia in un certo modo, è ovvio. Però si può rimanere Messi per parecchio tempo. Diciamo che io faccio il tagliando a una macchina fantastica consigliando l’uso di cibi biologici, con varietà di cereali grezzi, tanta frutta e verdura di stagione, frutta secca non tostata, olio di oliva extravergine, uova e pesce fresco. L’importante è che gli alimenti siano lavorati il meno possibile. Certo non si può coltivare l’orto sul terrazzo di casa, ma ci si può organizzare per avere 16/17 pasti come si deve sui 21 settimanali: includo anche la colazione, che è fondamentale».
Da Baggio a Rebellin
Il legame con gli argentini è iniziato a metà anni 90: il principale artefice è Jorge Cyterszpiler, procuratore di molti calciatori tra cui Mauricio Pineda (ex Udinese e primo argentino a Sacile), Julio Cruz e di Martin Demichelis ex difensore del Bayern Monaco e della Selección (ora al Malaga) che ha spinto Messi a recarsi da Poser. Come Robi Baggio a suo tempo, come Aguero, Chiellini e Bonucci e anche Dybala, nonostante su quest’ultimo Poser non dia conferme. «Messi è stato intelligente, non voleva scendere dal suo livello: vuole essere ancora il numero 1 e non uno dei 10 migliori. È un ragazzo umilissimo, squisito. Ha un amore verso la famiglia e gli amici incredibile: se venisse qui con un amico e io avessi tempo solo per una visita, lui farebbe vedere l’amico. Purtroppo la sua timidezza a volte può essere scambiata per presunzione. È solo timidezza».
In Spagna qualcuno forse non vede di buon occhio che Leo venga fin qui per curarsi. Non tanto lo staff del Barça, ma chi accosta in modo «furbetto» il nome di Poser a quello di Rebellin, unica medaglia olimpica italiana a essere cancellata per doping (a Pechino 2008): «Gli spagnoli non possono dire niente in materia — chiosa il medico —. Rebellin è venuto da me per tantissimi anni e non certo perché io uso sostanze proibite. Rimase celebre quella volta, ormai 20 anni fa, in cui lavorai con la manipolazione sulla prima vertebra cervicale e lui subito dopo vinse due classiche. Non mi vergogno certo di essere suo amico. Ho seguito tanti altri ciclisti. E posso dire comunque che la cultura farmaceutica nel calcio per me non esiste».
La vecchietta
Poser ha 60 anni, ogni domenica corre mezza maratona e aiuta i figli a crescere i nipotini con gli stessi principi a cui «educa» Leo. Il cortocircuito Messi-Sacile però non è stato semplice da affrontare. «A rischio di sembrare scontroso, ho dovuto mettere dei filtri alle richieste, per mesi il telefono non ha smesso di squillare e anche oggi ho respinto venti persone. Ma non ho cambiato i prezzi, non ci tengo a guadagnare di più a discapito della qualità del mio lavoro: la vecchietta che viene qui da 25 anni per me conta di più di chi coi soldi pensa di poter comprare tutto. Mantenere una dimensione umana è una scelta netta: uno deve tenere presente da dove viene e qual è la sua storia. Chi arriva qui non ha la certezza di guarire. Ma di essere visto in un certo modo, quello sì». Lo stesso della signora anziana. Lo stesso di Messi.
Non si diventa fenomeni grazie alla giusta alimentazione Ma così si può restare Messi per più tempo