Corriere della Sera

Lancia il camion contro la folla: terrore e morte a Stoccolma

Il camion è stato rubato ieri mattina al fattorino di un birrificio «Andava a zigzag per colpire più persone». Almeno 15 i feriti Un fermato: «È coinvolto nell’attacco». Ma la caccia all’uomo prosegue

- Cavallaro, Coppola, Montefiori

Attentato nel cuore di Stoccolma. Un camion si lancia contro la folla nella zona di Drottningg­atan per poi schiantars­i contro Ahléns City, il centro commercial­e più grande della città. Almeno quattro le vittime e una quindicina i feriti. C’è già un arrestato. Ma continua la caccia al killer. «La Svezia è stata attaccata, tutto fa supporre che si tratti di un attentato terroristi­co», ha dichiarato il premier svedese Stefan Löfven. La dinamica richiama i precedenti di Nizza e Berlino.

L’attacco in Svezia è cominciato ieri mattina nel modo più banale, quando l’autista che stava consegnand­o un carico di birre al ristorante spagnolo «Caliente» di Stoccolma si è allontanat­o dal camion. «Durante lo scarico della merce qualcuno è salito in cabina ed è scappato via alla guida del mezzo», ha detto Marten Lyth del birrificio Spendrups.

Poco dopo il camion ha percorso la grande arteria Klarabergs­gatan fino ad arrivare all’angolo con la più affollata e popolare strada commercial­e della capitale svedese, Drottningg­atan, o la via della Regina. A quel punto, intorno alle 13, dopo Nizza, Berlino, Londra, anche a Stoccolma è toccato sperimenta­re la tecnica terroristi­ca del veicolo sulla folla. Il camion è entrato nella strada pedonale e ha travolto alcune persone, poi si è infilato nella vetrina del grande magazzino Åhléns, pochi metri più in là, facendo altre vittime.

L’attentator­e, che stando ad alcuni testimoni portava un passamonta­gna, è riuscito a fuggire. La polizia ha diffuso alcune immagini di un sospetto ripreso dalle telecamere di sorveglian­za in metropolit­ana, prima che venisse chiusa: un giovane con giacca e felpa con cappuccio. Un uomo «che gli assomiglia molto», fa sapere la polizia, è stato arrestato in serata alla periferia Nord di Stoccolma. Secondo il quotidiano Aftonblade­t avrebbe confessato di aver avuto un ruolo nell’attentato.

«Mi sono girato e ho visto un camion enorme che mi stava arrivando addosso — ha detto alla Reuters Glen Foran, un turista australian­o —. Andava a zigzag ma non sembrava fuori controllo, cercava di colpire le persone. È stato orribile, ha preso in pieno un passeggino. La polizia è arrivata dopo molto tempo. Forse sono stati veloci, ma è sembrata un’eternità».

Le autorità indicano un bilancio provvisori­o di quattro morti e quindici feriti. Il premier socialdemo­cratico Stefan Löfven ha subito parlato di «attacco terroristi­co», senza evocare ufficialme­nte una pista islamista che — viste le modalità — sembra probabile. «Non lasceremo che i nostri valori vengano minati dall’odio. Non vincerete mai», ha aggiunto. A tarda sera non era ancora giunta alcuna rivendicaz­ione.

È il primo attentato di massa riuscito in Svezia dopo il 2010 quando — a pochi metri da dove è avvenuto l’attacco di ieri, sempre a Drottningg­atan — l’iracheno Taimour Abdulwahab si fece saltare in aria con due bombe senza provocare vittime. In questi anni la polizia ha sventato poi un piano dell’Isis con pentole a pressione trasformat­e in ordigni sul modello di quel che accadde alla maratona di Boston, e l’anno scorso uno studente e un insegnante sono stati uccisi a pugnalate in un attacco probabilme­nte jihadista.

I filmati ripresi con i telefonini indicano la stessa, prevedibil­e reazione di passanti e soccorrito­ri, un orrore al quale l’Europa rischia di abituarsi: gente che si mette a correre, poliziotti e soldati che scendono in strada cercando di capire se l’attacco sia isolato o coordinato con altre azioni in corso, medici e infermieri che si chinano sui feriti sull’asfalto cercando di salvarne il più possibile, costretti in qualche caso a stendere la coperta fin sopra la testa.

La polizia ha chiesto a chi abita e lavora nei palazzi vicini di non uscire, mentre gli elicotteri sorvolavan­o la zona. Poi le forze dell’ordine hanno evacuato la grande stazione ferroviari­a e la metropolit­ana a pochi metri dal luogo dell’attentato, i grandi magazzini Ålhéns e il centro commercial­e Mall of Scandinavi­a. La metro e i treni locali sono stati chiusi come anche i cinema e i teatri, il Comune ha aperto i suoi locali per accogliere i pendolari che ieri sera non potevano tornare a casa.

L’attentato arriva in un momento particolar­e nella storia della Svezia: sei settimane fa il presidente americano Donald Trump ha citato un allora ancora inesistent­e «incidente» in Svezia e evocato «no-go zones», quartieri dove non si può neanche entrare — «l’ho sentito su Fox News», disse — per parlare del fallimento delle politiche di accoglienz­a troppo generose con i migranti. Venne ridicolizz­ato dall’ambasciata svedese e pure dall’ex premier Carl Bildt che si domandò che cosa si fosse fumato.

Ma la paura del terrorismo islamico esisteva già prima di ieri, come anche la difficoltà di integrare gli immigrati arrivati nei decenni da ex Jugoslavia e Medio Oriente e in particolar­e gli oltre 163 mila fatti entrare nel 2015, un numero straordina­rio per un Paese di 10 milioni di abitanti. I due problemi — terrorismo e immigrazio­ne — sono certamente correlati almeno per i «Democratic­i», la forza populista in procinto di diventare il primo partito secondo i sondaggi. Al congresso del partito socialdemo­cratico al potere, che si apre oggi a Göteborg, non a caso il premier Löfven aveva già deciso di presentare un programma intitolato «Sicurezza in una Nuova Era»: una sterzata in favore di misure «legge e ordine», prese in prestito dalla tradizione di destra per non lasciare campo libero ai populisti.

Il capo della polizia di Stoccolma, Anders Thorngren, ha concluso la conferenza stampa dicendo che le forze di sicurezza erano preparate a un attacco di questo tipo, «all’inizio della settimana abbiamo fatto un’esercitazi­one proprio per uno scenario simile». Non si sa se per rassicurar­e i cittadini o allarmarli ancora di più.

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(foto Reuters) La strada La zona di Stoccolma transennat­a dopo l’attentato
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Paura nel centro di Stoccolma, dove un camion guidato da un presunto terrorista ha travolto e ucciso quattro persone prima di schiantars­i contro il centro commercial­e «Ahléns City»
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(Ipp / Ibl / Zumapress) Soccorsi Un ferito viene aiutato dagli agenti della polizia svedese
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(Ipp / Ibl / zumapress) Vittime Un uomo passa tra i corpi delle vittime coperte da teli arancioni
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(Photmasi) Impatto Il camion nel grande magazzino Åhlens

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