Corriere della Sera

Uccide e scappa a piedi La fuga infinita di Igor

Dopo il barista, assassinat­a una guardia

- Di Andrea Pasqualett­o Velonà

Ha ucciso una guardia volontaria e ferito un agente a Portomaggi­ore nel Ferrarese. La firma sarebbe sempre la sua: quella di Igor il russo. Già accusato di aver ucciso una settimana fa il barista Davide Fabbri a Budrio.

Chilometri La distanza tra i centri abitati di Budrio, luogo della sparatoria del 1° aprile e quello dello scontro a fuoco di ieri pomeriggio

Verri, la vittima, aveva da poco superato i 60 anni, dopo una vita trascorsa a lavorare in uno zuccherifi­cio. Un brutto infortunio al ginocchio lo aveva costretto da qualche tempo a rinunciare alla passione per la caccia. Non riusciva più a camminare per troppe ore, si stancava facilmente. Ma aveva deciso comunque di mantenere un contatto con la natura. Per questo si era avvicinato al mondo del volontaria­to ambientale: greti, torrenti, canali. Interi pomeriggi passati a monitorare perché nessuno desse fastidio alle specie protette, ai pesci e ai volatili, almeno

Allo zuccherifi­cio

finché le energie lo sostenevan­o.

I suoi servizi, Verri, li faceva in coppia con una guardia provincial­e. Pattuglie miste, le chiamano, formate da un volontario e una guardia, per assistersi a vicenda e comunicare in tempo reale eventuali percoli. Disarmato il primo, armato il secondo. Così pre— L’uomo, in pensione, aveva lavorato per anni in uno zuccherifi­cio Lascia una figlia

Gli amici

scrivono i protocolli.

«Valerio era una persona speciale, sempre disponibil­e, generoso, quando poteva raccogliev­a fondi per altre associazio­ni di volontaria­to», lo ricorda adesso Sandro Righetti della sezione Federcacci­a di Portomaggi­ore. «Era un uomo stimato da tutti qui in paese — prosegue Righetti «Disponibil­e e generoso, dedicava il suo tempo agli altri», dicono gli amici aveva deciso di dedicare il suo tempo agli altri e alla natura perché lo faceva stare bene fare qualcosa di utile per gli altri: era questa la sua vita». Verri lascia una figlia.

La notizia degli spari e della sua morte si è diffusa in un attimo, rimbalzata dal passaparol­a degli attivisti della Pro Loco, che da queste parti è un centro di aggregazio­ne irrinuncia­bile. E adesso sono loro, gli amici della Pro Loco, che stanno sommergend­o di messaggi di incoraggia­mento su Facebook Marco Ravaglia, la guardia provincial­e rimasta ferita, che dopo la paura iniziale sembra fuori pericolo, assistito dalla moglie Cinzia, con cui è sposato da cinque anni.

Il tam tam sui social è continuo: «Forza Marco». «Non fare lo stupido». «Siamo tutti con te, non farci preoccupar­e». «Fratello tieni duro». «Dai collega». L’ultimo messaggio arriva in dialetto: «Tien bota».

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Igor il russo, accusato dell’uccisione del barista Davide Fabbri a Budrio. Ieri avrebbe ucciso una guardia. È in fuga

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