Uccide e scappa a piedi La fuga infinita di Igor
Dopo il barista, assassinata una guardia
Ha ucciso una guardia volontaria e ferito un agente a Portomaggiore nel Ferrarese. La firma sarebbe sempre la sua: quella di Igor il russo. Già accusato di aver ucciso una settimana fa il barista Davide Fabbri a Budrio.
Chilometri La distanza tra i centri abitati di Budrio, luogo della sparatoria del 1° aprile e quello dello scontro a fuoco di ieri pomeriggio
Verri, la vittima, aveva da poco superato i 60 anni, dopo una vita trascorsa a lavorare in uno zuccherificio. Un brutto infortunio al ginocchio lo aveva costretto da qualche tempo a rinunciare alla passione per la caccia. Non riusciva più a camminare per troppe ore, si stancava facilmente. Ma aveva deciso comunque di mantenere un contatto con la natura. Per questo si era avvicinato al mondo del volontariato ambientale: greti, torrenti, canali. Interi pomeriggi passati a monitorare perché nessuno desse fastidio alle specie protette, ai pesci e ai volatili, almeno
Allo zuccherificio
finché le energie lo sostenevano.
I suoi servizi, Verri, li faceva in coppia con una guardia provinciale. Pattuglie miste, le chiamano, formate da un volontario e una guardia, per assistersi a vicenda e comunicare in tempo reale eventuali percoli. Disarmato il primo, armato il secondo. Così pre— L’uomo, in pensione, aveva lavorato per anni in uno zuccherificio Lascia una figlia
Gli amici
scrivono i protocolli.
«Valerio era una persona speciale, sempre disponibile, generoso, quando poteva raccoglieva fondi per altre associazioni di volontariato», lo ricorda adesso Sandro Righetti della sezione Federcaccia di Portomaggiore. «Era un uomo stimato da tutti qui in paese — prosegue Righetti «Disponibile e generoso, dedicava il suo tempo agli altri», dicono gli amici aveva deciso di dedicare il suo tempo agli altri e alla natura perché lo faceva stare bene fare qualcosa di utile per gli altri: era questa la sua vita». Verri lascia una figlia.
La notizia degli spari e della sua morte si è diffusa in un attimo, rimbalzata dal passaparola degli attivisti della Pro Loco, che da queste parti è un centro di aggregazione irrinunciabile. E adesso sono loro, gli amici della Pro Loco, che stanno sommergendo di messaggi di incoraggiamento su Facebook Marco Ravaglia, la guardia provinciale rimasta ferita, che dopo la paura iniziale sembra fuori pericolo, assistito dalla moglie Cinzia, con cui è sposato da cinque anni.
Il tam tam sui social è continuo: «Forza Marco». «Non fare lo stupido». «Siamo tutti con te, non farci preoccupare». «Fratello tieni duro». «Dai collega». L’ultimo messaggio arriva in dialetto: «Tien bota».