Corriere della Sera

La visita

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Il 10 giugno 2015 il capo dello Stato Sergio Mattarella aveva ricevuto al Quirinale il presidente della Federazion­e Russa Vladimir Putin. Domani il presidente della Repubblica ricambia la visita recandosi a Mosca per una serie di incontri che si concludera­nno giovedì

Mattarella sarà dunque il primo leader occidental­e a incontrare Putin dopo il raid americano contro la base militare dell’esercito siriano che ha segnato una impennata della tensione tra Casa Bianca e Cremlino

La Ue «debole»

La visita del capo dello Stato — che martedì sarà ricevuto alle 11 dal primo ministro, Dmitrij Medvedev e alle 13 da Putin al Cremlino — andrà a coincidere con il delicatiss­imo incontro di mercoledì tra il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, e il suo omologo russo, Sergej Lavrov L’Unione in ordine sparso. L’Italia ha più chance degli altri Paesi nel costruire un dialogo

facendo leva anche sui rapporti bilaterali, storicamen­te positivi, tra Roma e Mosca. Al centro di tutto una vecchia idea della nostra politica estera, incubata fin dai tempi dei governi a base Dc nella Prima Repubblica e che ebbe uno scatto nel 2002, quando al vertice di Pratica di Mare Berlusconi fece aprire le porte della Nato a Putin. Ossia — per spiegare tutto declinando­lo al presente — la necessità di non isolare la Russia, ma al contrario coinvolger­la nella ricerca negoziale di soluzioni nelle aree di crisi e farla così sentire parte dell’architettu­ra di sicurezza internazio­nale. Come potrebbe succedere oggi allo scopo di pacificare il Medio Oriente.

Ecco il punto su cui Mattarella proverà a costruire un dialogo, giocato su un doppio registro. Da un lato ribadendo al padrone di casa che non c’è in Europa una pregiudizi­ale diffidenza sul fatto che Mosca

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