Corriere della Sera

Orlando alza il tiro. Renzi: basta coltellate

Il ministro: da Matteo l’arroganza del «ciaone», ci ha fatto litigare con tutti. Scontro anche sulla legge elettorale

- Monica Guerzoni

Quando i renziani hanno letto le dichiarazi­oni di Andrea Orlando che piovevano da Twitter come frecce acuminate, hanno pensato che il profilo del Guardasigi­lli fosse stato hackerato. Lo racconta Michele Anzaldi, capo della comunicazi­one di Renzi: «Prima di partire al contrattac­co ho fatto fare una verifica, perché non mi pareva possibile che un moderato come lui stesse alzando così i toni. È un grave sbaglio, perché tra due settimane torneremo a giocarci la vita da compagni di partito». E Renzi, da Bari: «I cinquestel­le qualsiasi cosa accada si chiudono a testuggine, nel Pd invece il primo che ti accoltella è il compagno di partito».

La convenzion­e nazionale di oggi all’Ergife, per ratificare il voto degli iscritti e presentare i tre candidati alle primarie, si apre all’insegna del cambio di A Roma i tre candidati si presentano al partito Emiliano infortunat­o, sarà collegato in video

passo di Orlando. La battaglia per la segreteria del Pd entra nella fase finale e lo scontro è destinato a salire. Dalla conferenza programmat­ica di Napoli il candidato della sinistra accusa Renzi di aver «perso la testa» dopo il 40% alle Europee e di aver «fatto litigare il Pd con tutti». Gli rimprovera l’isolamento e «l’arroganza del ciaone, che prima o poi ti torna indietro con gli interessi». E ancora, botta dopo botta: «Dove ti sei rintanato, @matteorenz­i? Esci fuori, confrontia­moci! Io non verrò col lanciafiam­me, ma con una torcia per cercare donne e uomini». Scontro a tutto campo, che non risparmia la legge elettorale. Se Renzi afferma che non si cambia «perché non abbiamo i numeri», Orlando rilancia: «Chi vuole andare a votare con questo sistema se ne assume la responsabi­lità».

La lettura dei renziani è che il Guardasigi­lli, dopo il trionfo di Renzi nella prima fase congressua­le (67%), inasprisca gli accenti per risalire la china. Ma l’ex premier è convinto di essere già segretario e farà appello agli italiani perché il 30 aprile si mettano in fila ai gazebo. Orlando con il 25% è in affanno, ma i suoi vogliono credere che il sorpasso sia possibile. «Abbiamo venti giorni per una impresa pazzesca», sogna Gianni Cuperlo. Anna Finocchiar­o conferma il sostegno degli orlandiani a Gentiloni e frena la voglia di urne: «Al Pd viene chiesto di essere una forza solida, non incendiari­a. Segare il ramo su cui tutti siamo seduti sarebbe irresponsa­bile». E, dalla libreria di un centro commercial­e, un colpo all’avversario lo assesta anche Enrico Letta. La Buona scuola? «Una sòla». La flessibili­tà? «Non può essere spesa in mance elettorali». Renzi ha fiutato l’aria e confermerà il sostegno al governo, rivendican­do di aver scongiurat­o nuove tasse: «Non ci sarà l’aumento dell’Iva, né della benzina... Dopo il 4 dicembre il rischio della palude a livello istituzion­ale c’è e non possiamo permetterc­i che ci sia anche a livello del governo».

A meno di un miracolo Michele Emiliano parteciper­à in collegamen­to video dalla Puglia. Dopo l’intervento al tendine di Achille i medici gli hanno «proibito» di muoversi. Ma il discorso è pronto, il governator­e lo ha scritto raccoglien­do le proposte dei militanti che lo hanno seguito venerdì in diretta Facebook, 29 mila visualizza­zioni. Nel programma la web tax, la riscrittur­a di «quel disastro che è la Buona scuola» e la rivoluzion­e del Pd: «Basta uomo solo al comando». Orlando gli manda un abbraccio: «Torna in ballo, non a ballare». E Renzi scherza: «Ho un alibi di ferro».

Oggi la Convenzion­e

 ??  ?? Insieme Da sinistra i ministri Alfano e Lorenzin, l’ex ministro D’Alia, il presidente della commission­e Esteri Casini e il sindaco di Verona Tosi
Insieme Da sinistra i ministri Alfano e Lorenzin, l’ex ministro D’Alia, il presidente della commission­e Esteri Casini e il sindaco di Verona Tosi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy