Sul palco
Il 12 aprile del 2016 moriva Gianroberto Casaleggio, imprenditore e fondatore, insieme a Beppe Grillo, del M5S
A un anno di distanza, a Ivrea (Torino), nell’auditorium delle Officine Olivetti, azienda dove Casaleggio lavorò, il figlio Davide ha organizzato una kermesse politica, chiamata Sum #01 Capire il futuro
Molti gli invitati, non solo appartenenti a M5S. Tra questi, i giornalisti Enrico Mentana, Gianluigi Nuzzi, Gianluigi Paragone, Massimo Fini e Marco Travaglio
Hanno partecipato anche il magistrato Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto di Messina; l’ad di Google Italia, Fabio Vaccarono. E poi il sociologo Domenico De Masi, Andrea Boraschi di Greenpeace e la psicologa Maria Rita Parsi
Alla convention erano stati invitati anche Francesco Greco, procuratore di Milano, e l’astronauta Paolo Nespoli, ma entrambi hanno declinato
Davide Casaleggio, durante l’iniziativa, ha detto: «Oggi noi qui non stiamo parlando di politica, stiamo parlando di futuro» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
«Mi raccomando, niente politica». Il timbro di voce è metallico. Molto simile a quello del padre che di lì a breve risuonerà dagli altoparlanti, con sottofondo di musica industriale. Davide Casaleggio è nel privé accanto al palco. Mancano pochi minuti all’inizio. Il figlio di Gianroberto sta parlando con presentatori e organizzatori di Sum #01. Le cortesie per gli ospiti in arrivo alla spicciolata contengono una sola istruzione per l’uso. «Stiamo ai temi dei dibattiti, contenuti e non proclami».
La politica, anche quella a Cinque Stelle, resta fuori dall’Officina H. In senso figurato, e non solo. La consueta lezione di giornalismo impartita ai giornalisti da Alessandro Di Battista, «umilmente e in grandissima simpatia», si tiene all’aperto, e non all’interno dell’edificio che fu al centro del distretto industriale creato da Adriano Olivetti. Esserci, ci sono tutti, da Luigi Di Maio a Danilo Toninelli e tutti gli altri personaggi pentastellati ormai volti noti da talk show. Ma questa giornata e questo evento non gli appartengono. Sono ospiti, non proprio a loro agio.
Sum #01 è modellato sulla figura di Davide. Sembra una convention aziendale, clima freddo, emotività manco a parlarne, dibattiti che spaziano dalla biotecnologia alla robotica. Il paragone con la Leopolda è improprio, nella Firenze renziana la politica sale sul palco, è il mastice che tiene insieme personaggi comunque di uguale provenienza e direzione. «Ma chi sono e cosa stanno dicendo quei due signori?». La franchezza di Massimo Pitassi, oggi pensionato, ieri impiegato nella Pubblica amministrazione, che fatica a seguire il dialogo tra l’amministratore del San Raffaele Nicola Bedin e il chirurgo Ermanno Leo, sembra davvero sincera. La platea è composta da oltre duecento ex colleghi di Gianroberto invitati da Davide, una cinquantina di piccoli e medi imprenditori al seguito di Arturo Artom, l’ingegnere torinese che nel 2013 sdoganò Casaleggio padre presso parecchie aziende italiane. Il resto sono militanti, attivisti, sostenitori che ci sono perché ritengono importante l’atto di presenza, come a un comizio o all’annuale kermesse di M5S, aspettando in cuor loro proclami o discorsi identitari che invece non arrivano.
Persino M5S è invisibile come entità. Ci sono solo i volontari del servizio d’ordine, gli La ricerca della classe dirigente, con la ribalta mediatica lasciata ai volti ormai noti addetti alla reception, reclutati tra i meet up locali. Ma è tutto sullo sfondo, come Beppe Grillo che recita il ruolo di comparsa, come Paola Gianotti, la compagna di Davide, che indossa la maglietta bianca dell’evento, sorride gentile e non si tira indietro quando c’è da portare fuori i sacchi della spazzatura. Niente personalismi o polemiche, solo idee, come vuole il padrone di casa. Sul palco si vola alto, o almeno ci provano. Ma gli applausi più convinti della sessione mattutina li prende Enrico Mentana, quando parla dei destini pentastellati, non disdegnando per altro qualche legnata. «Siete bravissimi a scegliere i nemici, ma sugli amici c’è ancora molto da lavorare».
La cartina di tornasole sulla politica che non ci deve essere ma invece incombe è Chiara Il saluto L’ex pm Antonio Di Pietro e Beppe Grillo chiacchierano in platea ieri a Ivrea Da Torino La sindaca di Torino Chiara Appendino (con la figlia Sara): «Questa non è una Leopolda» Da Roma Virginia Raggi, sindaca di Roma, dopo aver assistito alla kermesse di Ivrea Dinastia Davide Casaleggio, 41 anni, milanese, imprenditore, è figlio della linguista Elizabeth Clare Birks e di Gianroberto Casaleggio, il fondatore insieme a Beppe Grillo del M5S
Appendino. La sindaca di Torino arriva alle 10.30 con figlia piccola e marito al seguito e viene subito subissata di domande sul suo futuro, soprattutto dagli spettatori che la circondano adoranti. Resta in sala il minimo sindacale, pianifica al telefono il pomeriggio della bambina, alle 13 saluta. Gli altri, deputati e senatori, restano fino all’ultimo, costretti ad assistere al tentativo di creazione in vitro di una razza padrona M5S, destinata a camminare sulle loro spalle. «Entriamo in contatto con persone non legate a noi, facciamo cherrypicking» dice Artom, appassionato di anglismi. Le ciliegie da raccogliere sono possibili leader e ceto dirigente «della vera società civile». Alla fine il senso di questa data eporediese è nel primo passo verso la costruzione non di un partito azienda ma di un nucleo interno a M5S destinato a dettare con Casaleggio junior le linee guida, lasciando la ribalta mediatica ai Di Battista di turno. La subalternità di una entità pentastellata verso l’altra è già nei fatti, nell’omaggio continuo al vero capo. Il deputato Alberto Airola si fa riprendere al bar con l’ingrandimento di uno scatto che riprende Casaleggio senior e Grillo, entrambi sorridenti. Poi la ripone nella custodia di cartone e si avvicina timido a Davide, seduto in ottava fila. «Vorrei farti un regalo...» sussurra. E gli porge il pacchetto con la foto del padre.
La strategia