L’Eta consegna il suo arsenale. Ma Madrid vuole la resa La polizia francese recupera 3.500 chili di esplosivi e 118 armi dell’organizzazione separatista basca
Per la Francia, sul cui territorio è formalmente avvenuto il disarmo, è stata «una giornata incontestabilmente importante», per usare le parole del ministro dell’Interno, Matthias Fekl. Alla Spagna, però, la consegna dell’arsenale non basta: dall’Eta, l’organizzazione separatista basca, vuole l’annuncio del suo scioglimento definitivo e una richiesta incondizionata di perdono per 2.500 attentati in mezzo secolo, alle vittime e alle loro famiglie. Soltanto dietro a una resa totale, il governo di Madrid, presieduto da Mariano Rajoy (Partito Popolare) prenderà in considerazione la possibilità di un trattamento più clemente nei confronti dei suoi 337 detenuti (75 in Francia); e il loro eventuale trasferimento nelle carceri del Paese basco, l’aspirazione più forte, in questo momento, di ciò che resta dell’organizzazione, iscritta nel libro nero del terrorismo da Spagna, Francia, Stati Uniti e Unione Europea.
Ieri mattina, a Bayonne, nel dipartimento dei Pirenei atlantici, come promesso già da mesi, gli intermediari delle lunghe trattative, i cosiddetti «Artigiani della pace», hanno consegnato alle autorità francesi l’indirizzo di otto nascondigli dai quali sono state recuperati 3.500 chili di esplosivi, oltre a 118 armi da fuoco, fra pistole e fucili di precisione, e 25.700 tra munizioni e parti di detonatori: «Da questo pomeriggio l’Eta è completamente disarmata — ha affermato uno degli intermediari, l’avvocato Michel Tubiana, ex presidente della Lega per i diritti umani —; e soltanto questo è ciò che conta».
Il premier francese Bernard Cazeneuve si è felicitato per la «calma e l’assenza di violenza con cui è stata condotta l’operazione». Al governo spagnolo
Il governo Rajoy Il premier pretende la richiesta di perdono per 2.500 attentati in mezzo secolo
non basta. Ha definito «un’operazione mediatica» la massiccia caccia al tesoro: per ogni «covo» segnalato alla polizia francese, una ventina di «verificatori» ha assistito al lavoro di recupero delle armi, che ha impegnato complessivamente una decina di squadre di sminatori della Sécurité Civile, 180 agenti, la Gendarmeria locale e un imprecisato numero di rappresentanti della polizia giudiziaria e della sicurezza interna. La consegna delle armi non cancella infatti i reati commessi prima del 20 ottobre 2011, giorno in cui l’Eta ha proclamato la fine delle sue azioni violente.