Corriere della Sera

L’ultimo incontro con l’ex Janira voleva partire e lui la pugnala a morte

Savona, la 21enne cercava un imbarco su navi da crociera

- Erika Dellacasa

Si è presentata all’ultimo appuntamen­to, quello richiesto «per chiarirsi», quello fatale: così è morta Janira D’Amato, 21 anni appena, uccisa a coltellate dal fidanzato con cui aveva rotto da poche settimane. Janira voleva viaggiare, aveva frequentat­o un istituto alberghier­o a Finale Ligure e poi, litigando con il suo ragazzo, il ventenne Alessio Alamia Burastero che vedeva di cattivo occhio questo suo desiderio di indipenden­za e di libertà, si era iscritta a un corso di formazione di Costa Crociere e si sarebbe imbarcata il primo giugno.

Era già con la mente al viaggio per mare Janira. Alessio no e su Facebook chiedeva: «È giusto preferire il lavoro all’amore?». Quella specie di «amore» che ha un coltello in mano. Alessio è possessivo, vorrebbe la giovane sempre vicino,

Il giovane l’ha attesa con un pugnale in tasca è accusato di omicidio premeditat­o

è orgoglioso della propria gelosia, la teorizza come forma estrema d’amore. «La gelosia nasce quando a quella persona tieni veramente. Io e lei e nessun altro, io e lei e niente d’altro, lavoro, amicizie, futuro».

Tutto è successo a Pietra Ligure (Savona) dove i due avevano diviso per un certo periodo la casa. Venerdì pomeriggio Janira e Alessio si danno appuntamen­to nell’appartamen­to di proprietà della nonna di lui, in piazza Canonico Morelli. Lei deve prendere alcune cose, consumare il rito dell’addio, cancellare la sua presenza dalle stanze. Lui le ha chiesto di «parlare ancora una volta». In realtà, come dirà più tardi ai carabinier­i, è tutto il giorno che vaga con un coltello in tasca, un’arma micidiale, del tipo surviver.

I titolari del panificio in piazza conoscono i due ragazzi, ne raccolgono le confidenze, sanno che Alessio non si rassegna alla rottura «ma — raccontano — non ha mai espresso pensieri violenti, non ha mai pronunciat­o minacce, mai detto: “io l’ammazzo”». Così quando nel pomeriggio vedono passare Janira scura in volto non si preoccupan­o. Nell’appartamen­to scoppia un litigio. La giovane ha modificato il suo profilo Facebook, prima postava foto di Alessio, ora di sé ha scritto «single», ha cambiato l’indirizzo, si prepara a una nuova vita. Lui la colpisce con almeno quindici coltellate, al volto, alle spalle, quella mortale — come accerterà il medico legale — alla gola. Burastero si lava, si cambia i vestiti sporchi di sangue, prende il telefonino di Janira e si allontana. Verso sera il padre della ragazza, caposquadr­a dei Vigili del fuoco, telefona alla figlia, preoccupat­o, risponde Burastero: «Si è dimenticat­a il cellulare da me, non so dov’è». Il ragazzo va dalla nonna, con cui ha un forte legame, si confessa, la donna lo convince a costituirs­i e a chiamare carabinier­i, dice: «Ho fatto una cavolata con la mia ragazza». Ora è in carcere, accusato di omicidio premeditat­o e domani sarà interrogat­o dal gip per la convalida del fermo.

Janira aveva scritto su Facebook: «Posso essere triste, incazzata, ma nessuno può togliermi il mio sorriso». I suoi amici scrivono amaramente: «Si parla tanto ma poi le cose non cambiano. Lui il sorriso è riuscito a togliertel­o». La vittima Janira D’Amato, 21 anni, dopo l’istituto alberghier­o si era iscritta a un corso di Costa Crociere: si sarebbe imbarcata a giugno (foto Facebook)

Omicidio premeditat­o

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