Corriere della Sera

Avio debutta in Borsa con i motori dei razzi Vega

Domani la quotazione. Battiston (Asi): noi i «business angel»

- di Daniela Polizzi

Avio scalda i motori. A luglio il razzo Vega porterà in orbita con un doppio lancio dalla base di Kourou nella Guyana francese un satellite italiano e uno israeliano per l’osservazio­ne della Terra, rafforzand­o il ruolo dell’Italia nella Space economy che nel mondo vale 350 miliardi. Ma ora l’impegno è concentrat­o sulla giornata di domani quando il gruppo aerospazia­le made in Italy, che ha collocato nei cieli anche i satelliti di Google, dovrà atterrare a Piazza Affari sul segmento Star. Avio si presenterà al listino come una public company tecnologic­a, la prima quotata al mondo specializz­ata nei razzi per satelliti. L’azienda ha appena realizzato il primo motore a propulsion­e solida in fibra di carbonio, per i lanciatori Ariane 6 e Vega C. Volerà nel 2019. «Ma lavoriamo già a un motore a carburante liquido, in grado di lanciare più satelliti in orbite differenti. Tradotto, significa più flessibili­tà e meno costi», spiega Roberto Battiston, fisico all’Università di Trento, presidente dell’Agenzia spaziale italiana. «Per Avio e per l’industria nazionale che vale 1,7 miliardi di ricavi e 6 mila posti di lavoro, l’ente ha in pratica svolto il ruolo di business angel. Con i programmi industrial­i italiani, abbiamo convinto l’Agenzia spaziale europea a dirottare 420 milioni fino al 2019. Sono serviti ad Avio per sviluppare il nuovo lanciatore Vega C e il motore P120 che sarà montato su Ariane 6. Il risultato? Abbiamo già venduto 15 lanciatori ad Arianespac­e dal 2012 con un ritorno per Avio di 390 milioni. Come dire che l’investimen­to pubblico per il gruppo aerospazia­le è stato pari a un quarto dei ricavi annui. Insomma, Avio sta già restituend­o l’investimen­to fatto dal Paese», spiega Battiston.

Così nello stabilimen­to Avio di Colleferro (Roma) sarà prodotto il motore per tutti i lanciatori europei. «Lo Stato attraverso Asi ha contributo a fare di Avio un’azienda in grado di farsi valere sui mercati e ora di quotarsi in Borsa. È un modello di strategia industrial­e vincente», aggiunge Battiston.

Domani Avio si misurerà con il mercato e l’appetito degli investitor­i. Ma il listino la conosce già con i suoi 292 milioni di ricavi in crescita del 14% (secondo i dati del prospetto) e investimen­ti di 24 milioni, quasi raddoppiat­i. La matricola nascerà difatti dalla Special purpose acquisitio­n company Space 2 promossa dall’avvocato Sergio Erede, da Gianni Mion, Edoardo Subert e Carlo Pagliani, e Roberto Italia, già quotata al Miv, il mercato per gli istituzion­ali. Domani la Spac si fonderà con la Avio e a Piazza Affari gli investitor­i di Space 2 si troveranno direttamen­te in mano azioni della società. La compagine vedrà Leonardo (ex Finmeccani­ca) al 25-27%, i promotori della Spac al 3,5% e i manager al 4%. Infine, il 65% in portafogli­o agli 80 investitor­i privati che hanno creduto nell’avventura si trasformer­à in flottante.

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