Corriere della Sera

Deep Purple

«Pronti per l’ultimo tour mondiale Lasciamo ai ragazzi il nostro rock»

- Andrea Laffranchi

Anche i rocker invecchian­o. E se molti non si arrendono all’anagrafe e continuano a stare sul palco oltre l’età pensionabi­le, qualcuno pensa di fermarsi. I Deep Purple, padrini dell’hard rock e autori di classiciss­imi come «Smoke on the Water» e «Highway Star», ci stanno pensando. E’ appena uscito un loro disco che si chiama «inFinite», e il gioco di parole su finito o infinito lascia dubbi. E ancora di più ne lascia il titolo della loro prossima serie di concerti (passerà in Italia a giugno, 22 a Roma, 26 Bologna e 27 Milano) «The Long Goodbye Tour».

Dipende dalle sfumature della traduzione, il tour del lungo addio o arrivederc­i?

«Probabilme­nte sarà l’ultimo tour mondiale — risponde Ian Paice, batterista e fondatore —. Se ci vorranno due anni bene, se fossero tre ancora meglio... Nessuno vuole dire stop, ma c’è un sentire comune. Sappiamo che si sta avvicinand­o più velocement­e di quanto vorremmo il momento in cui non si potranno più fare le cose a modo dei Deep Purple. Non vogliamo prendere in giro nessuno e dire che questo sarà l’ultimo show, per poi magari tornare dopo un anno, ma a questo punto della vita 2-3 anni sono tanto».

Cosa vi fa sentire il momento vicino?

«Non puoi fermare l’orologio... Nella Bibbia si parla di vivere 70 anni e tutti noi abbiamo passato o siamo vicini a quel limite. A 22 anni sai che quando ne avrai 25 le cose non saranno diverse. Alla nostra età non è più così e quindi non bisogna mai dare nulla per certo».

Nel 1968, quando avete iniziato, non c’erano rocker di 70 anni. Quanto pensavate che sarebbe durata?

«La generazion­e che ha creato il rock era giovane. Quella precedente aveva fatto nascere il jazz e quei musicisti avevano suonato per 50 anni. La differenza però stava nella natura della musica e nello stile di vita del rock che sono legati all’essere giovani. Ora che chi lo ha inventato ha 70 anni e più è diventata la musica di una generazion­e: va bene se la suonano anche dei ragazzini, ma resta la nostra musica non la loro».

Le star di questi anni avranno una carriera così lunga o tutto si brucerà più velocement­e?

«Oggi la musica è una delle tante cose che un ragazzo può fare e si trova in concorrenz­a con viaggi, telefonini e computer... Si potranno permettere carriere lunghe solo quelli che credono nella musica e non quelli che si mettono a fare musica perché porta fama e soldi».

C’è anche un nuovo disco «inFinite»...

«Merito di “Now What?!” uscito nel 2012. È stata la prima volta in 20 anni che ci siamo divertiti a fare un disco. Tutto grazie alla collaboraz­ione con il produttore Bob Ezrin che abbiamo richiamato anche questa volta: lui si è occupato di tutte le questioni organizzat­ive e ha saputo catturare la freschezza del momento in cui le canzoni nascevano senza farcele rifare troppe volte alla ricerca di una perfezione che rischia di essere sterile. Per copertina abbiamo scelto il nostro logo, le lettere “d”e “p” messe come se fossero il simbolo dell’infinito».

«Time for Bedlam», il primo singolo, è una canzone che parla di politica malata... È la vostra visione del momento?

«È una canzone dark che parla di cose di fantasia che però potrebbero accadere. Bedlam era un manicomio della Londra dell’Ottocento e simboleggi­a il fatto che se un Governo vuole liberarsi degli oppositori li fa passare per pazzi. Ci sono Paesi dove questo ancora accade, nel Far east soprattutt­o. Non siamo così lontani dalla verità».

Da inglese come vede la Brexit?

«Ho votato “stay” pensando al nostro lavoro che ci fa viaggiare molto e con l’idea che abbiamo bisogno dell’Europa quanto l’Europa ha bisogno dell’Inghilterr­a. Però come inglesi siamo sempre stati a disagio come soci di questo club. Era nato con la grande idea di un’area di commercio libero e Bruxelles ha poi cercato di trasformar­lo in qualcosa di diverso che andasse verso degli Stati Federati d’Europa. Ma l’Italia vuole rimanere l’Italia, la Germania pure... e non obbedire a qualcosa che sta sopra. Se in Francia vincerà Le Pen ci sarà un referendum e anche la Francia se ne andrà. Bruxelles rimarrà fregata e si tornerà alle regole economiche degli inizi».

Non possiamo fermare l’orologio Tutti abbiamo superato o siamo vicini ai 70 anni

 ??  ?? Oggi I Deep Purple nella loro formazione attuale. Da sinistra: Roger Glover, 71 anni, Don Airey, 68, Ian Paice, 68, Steve Morse, 62 e Ian Gillan, 71. Il gruppo musicale è nato a Hertford, Inghilterr­a, nel 1968 ed è considerat­o fra i fondatori del...
Oggi I Deep Purple nella loro formazione attuale. Da sinistra: Roger Glover, 71 anni, Don Airey, 68, Ian Paice, 68, Steve Morse, 62 e Ian Gillan, 71. Il gruppo musicale è nato a Hertford, Inghilterr­a, nel 1968 ed è considerat­o fra i fondatori del...
 ??  ?? Ieri Da sinistra Blackmore, Gillan, Glover, Lord e Paice sulla cover di «Long Beach Arena 1971»
Ieri Da sinistra Blackmore, Gillan, Glover, Lord e Paice sulla cover di «Long Beach Arena 1971»
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