L’alleanza con i batteri ci fa diventare bionici
a quasi totalità del nostro genoma è uguale in tutti gli uomini, larga parte è simile a quello dei mammiferi o perfino di organismi unicellulari. Ma nel Dna si nascondono «super-caratteristiche» conferite da geni speciali: una variante di ACTN3 è stata chiamata il «gene dello sportivo» perché si è trovata in molti atleti professionisti e consente alle fibre muscolari di essere più veloci ed efficienti nel contrarsi, mentre hDEC2 sarebbe il gene che consente di svegliarsi intestinale, ora si è capito che il microbiota (l’insieme dei nostri batteri) è fondamentale per la salute. I germi che lo compongono sintetizzano vitamine che non saremmo in grado di produrre e rendono disponibili sostanze che non potremmo assimilare; la popolazione batterica è unica per ciascuno di noi, predeterminata da fattori genetici ma molto influenzata da ambiente e stile di vita. Evolvendoci assieme alla flora batterica abbiamo trovato un equilibrio per una convivenza proficua, essenziale anche per modulare la risposta immunitaria, che proprio nell’intestino si costruisce fin dai primi giorni di vita. Oggi però quest’armonia sembra in pericolo».
La materia è da maneggiare con cura, trattandosi di batteri: se per qualsiasi motivo prevalgono quelli patogeni sono dolori. «L’eccesso d’igiene, lo stress, i parti cesarei che non consentono alla flora batterica materna di colonizzare il bimbo, un’alimentazione povera di frutta e verdura e ricca di Il microbiota intestinale è fondamentale per restare in salute. I germi che lo compongono sintetizzano vitamine che non saremmo in grado di produrre e rendono disponibili sostanze che altrimenti non potremmo assimilare; la popolazione batterica è unica per ciascuno di noi, e dipende da fattori genetici ma è molto influenzata dallo stile di vita grassi e zuccheri sono alcuni degli elementi che negli ultimi anni hanno modificato gli equilibri e la composizione del microbiota, alterando il dialogo fra questo e il sistema immunitario osserva Campieri —. Il risultato è l’aumento delle allergie e delle patologie infiammatorie e autoimmuni».
Anche in bocca il crinale fra bene e male è sottile. Dice Aimetti: «I denti non si desquamano, perciò la numerosità dei batteri non viene controllata eliminandone man mano una parte: se l’igiene orale non è adeguata i batteri possono proliferare formando la placca, dove si possono sviluppare più facilmente germi patogeni. In un milligrammo di placca ci sono oltre 100 milioni di batteri, un dente non pulito può accumularne 10 milligrammi: il pericolo è che attacchino le gengive dando luogo a un’infiammazione prima locale e poi generale, aumentando la probabilità di malattie come infarto o diabete». Per saperne di più sui temi delle neuroscienze all’indirizzo http://www. corriere.it/ salute/ neuroscienze