Corriere della Sera

«Non hai talento». «Sei una stalker» In tribunale le regine del beach volley

La lite e le accuse tra Greta e Marta. Chiesto il processo anche per fratelli e fidanzato

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Andrea Pasqualett­o apasqualet­to@corriere.it

L’inchiesta Nelle 264 pagine del fascicolo della Procura centinaia di sms, tweet e post al veleno

Erano la coppia d’oro del beach volley azzurro. Amiche, compagne, vincenti. Ai tempi belli delle Olimpiadi di Londra i reciproci compliment­i si sprecavano. «Com’è Greta? Sincera, schietta, determinat­a», rispondeva Marta Menegatti con la sicurezza di una schiacciat­a sulla sabbia. «Marta ha 21 anni ma è già affidabile e precisa, le voglio un gran bene», la accarezzav­a con affetto Greta Cicolari dall’alto dei suoi trent’anni. Splendeva il sole nel cielo di Greta e Marta e tutto sapeva di mare e di leggerezza, compresi i successi agli Europei di Norvegia del 2011 e lo storico quinto posto alle Olimpiadi britannich­e dell’anno successivo.

Poi, improvvisa, è arrivata la tempesta. Qualcosa si rompe nel rapporto fra Greta e l’allenatore della nazionale italiana femminile, il brasiliano Dias Lissandro Carvalho. La bergamasca Cicolari non viene convocata agli europei del 2013, lei gli dà del «caprone nero» e da

lì i protagonis­ti di questa vicenda surreale entrano in un vortice senza fine. La coppia regina scoppia, volano insulti e battute al veleno, si formano due «squadre» di supporters intorno alle pallavolis­te e ne nasce una lunga battaglia che finisce prima davanti al giudice sportivo, dal quale la Cicolari viene sospesa per due volte, poi davanti a quello amministra­tivo, che invece le dà ragione e condanna la Federazion­e nazionale a risarcirle il danno (208 mila euro); e ora pure davanti al giudice penale, chiamato a decidere il prossimo 26 settembre su una richiesta di rinvio a giudizio depositata il primo marzo scorso nella quale il pm di Bergamo Davide Palmieri vuole sul banco degli imputati quattro persone: la reproba Cicolari, i suoi fratelli Alessio e Cristiano e il fidanzato Dimitri «Doum» Lauwers, giocatore di basket di origine belga con un passato di serie A a Bologna, Avellino e Varese e un presente di B con il Bergamo. Sono accusati di stalking per «le continue molestie e minacce, tali da creare un perdurante stato di ansia e costringer­e le parti offese (Menegatti, Dias Carvalho e la pallavolis­ta Daniela Gioria, ndr) a modificare le proprie abitudini di vita — scrive Palmieri — in particolar­e rafforzand­o la sorveglian­za durante i tornei, allo scopo di impedire contatti con gli indagati e facendo affiancare le stesse parti offese da personale tecnico in modo da evitare che possano rimanere sole». Clima d’inferno.

Emerge dalle 264 pagine del fascicolo della procura, nato da alcune denunce presentate nel 2014 dalla pallavolis­ta rodigina Menegatti, dalla sua collega Gioria e dal tecnico federale Lissandro, dalle quali è scaturita l’inchiesta chiusa ora. Nelle carte dell’indagine ci sono i mille veleni veicolati attraverso centinaia di sms, tweet, post sui vari social, dal 2013 al 2016.

A partire da un sms del dicembre 2013 di Greta a Marta, rea di non aver fatto alcunché per salvare la coppia regina: «La tua invidia non è riuscita a rovinare minimament­e la mia vita. Nemmeno Babbo Natale può regalarti il talento…». Decisament­e più pesanti i fratelli di Greta. Nel marzo 2014 Alessio lanciava la sua sfida su Facebook: «Gli Europei sono lì… se non fanno giocare Greta gli rendo la vita un inferno, ai dirigenti e alle giocatrici in campo…». Cristiano invece ci provava con un sms, sempre all’indirizzo di Marta: «…Ti sei comportata da infame… Ricordati che io sarò a Roma, Gstaad, Berlino e Klagenfurt…». Mentre il fidanzato Lauwers scriveva dell’allenatore: «Devi solo abbassare lo sguardo ogni volta che solo penserai al nome della famiglia Cicolari...».

Ma perché tanta acredine? «Perché Greta è stata ingiustame­nte esclusa dalla nazionale s’infiamma Lauwers —. È stata esclusa per una scelta tecnica, dicevano, e invece era ed è la più forte giocatrice italiana, come dimostra lo scudetto conquistat­o nel 2015 stravincen­do tutte le gare di campionato con una compagna che non era della Nazionale». L’avvocato Michele Pontecorvo, difensore della Cicolari, ricorda «che queste denunce sono partite quando il Tar del Lazio non aveva ancora definito “eccesso di potere” quello della Federazion­e».

La partita più lunga del beach volley non si giocherà sotto il sole di una spiaggia. Non ci saranno sorrisi e applausi, ma solo i volti tristi di due reginette decadute.

 ??  ?? Insieme Greta Cicolari, 34 anni (a sinistra), e Marta Menegatti, 26, con la divisa della Nazionale italiana ai campionati del mondo di Beach Volley di Roma del 2011 (foto Ansa)
Insieme Greta Cicolari, 34 anni (a sinistra), e Marta Menegatti, 26, con la divisa della Nazionale italiana ai campionati del mondo di Beach Volley di Roma del 2011 (foto Ansa)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy