Il balzo emotivo (e l’intuizione) di un leader metropolitano
Cresce il numero degli italiani animalisti e vegani. E Silvio Berlusconi l’ha intuito, sembrerebbero suggerire le tenere foto pubblicate dal Corriere; ma ci dicono qualcosa di assai profondo sulla sua inquieta e un po’ anarchica affettività di questi ultimi anni. Vedere l’ex presidente del Consiglio abbracciato a un agnello, in compagnia di Michela Vittoria Brambilla e di Francesca Pascale, anch’esse in pose «cucciolose», ci restituisce l’immagine di un politico al quale, comunque la si pensi, non si può non volere un po’ di bene. Qualcuno dirà che la sua adesione alla campagna contro i macelli pasquali di agnelli è calcolata, e che quegli abbracci commossi sono costruiti a tavolino. È più probabile che nel Berlusconi di oggi prevalga un profondo bisogno di libertà emotiva, che finalmente lo ponga al di fuori dei rigidi calcoli tattici della politica. La prova? Con queste fotografie Berlusconi volta coraggiosamente le spalle a un pezzo consistente di quel «popolo profondo», spesso pantagruelico, che più facilmente si è identificato con lui. Perciò due sono le cose: o Berlusconi ha compreso che la maggioranza degli italiani è ormai contro la macellazione degli animali, e dunque è un abilissimo anticipatore di sensibilità e culture emergenti; oppure questa tenerezza un po’ anarchica ha preso il sopravvento a scapito dei calcoli elettorali. Lo testimoniano non solo queste fotografie bucoliche — così in controtendenza rispetto al Berlusconi metropolitano e modernista degli anni ruggenti — ma anche la sosta di qualche giorno fa in un McDonald’s dove, anziché ammiccare ai giovani ordinando un bel Big Mac, ha bevuto una salutare spremuta di arance. Gesto che sembrò addirittura un ammonimento salutista.