Ma tra location, buffet e «dj set» salviamo l’anima delle idee giovani
o farò solo il Fuorisalone». In attesa della Settimana del Design, o vagando per le strade durante i giorni dell’evento, ci si è confrontati spesso con questa frase. Migliaia di persone si muovono tra gli spazi «alternativi» alla Fiera, che negli anni (oltre 20) hanno inglobato strade e officine, case e giardini, interi quartieri. C’è un logo, le guide, marchi registrati (ed esportati). Questo mix tra movida e creatività è di sicuro affascinante. Spesso straordinario. Nel tempo è cresciuto, ha fagocitato nuove aree, le ha riportate in vita, ridisegnate. L’offerta è talmente ampia che si fa fatica a districarsi tra eventi e serate, tra presentazioni ed esposizioni (alcune rigorosamente «private»), tra installazioni e sogni (nella foto di Lea Anouchinsky per Living, le barbe di legno del designer di San Pietroburgo Alexander Kanygin al Fuorisalone 2014). Un po’ meno, forse, tra le idee. E allora? È normale che quando un successo si consolida emerga un’anima commerciale più forte. Che lo stupire sia meglio del funzionale. Perché quando ci si deve imporre e si vuole crescere, originalità e innovazione sono i pilastri fondamentali. Ma poi si rischia di cambiare un po’ pelle. E allora è un po’ più difficile trovare proposte veramente innovative, idee che prevalgono sul marchio, luoghi in cui la creatività domina sullo show. Perché se i luoghi ci segnano più delle cose, se il bancone del buffet è curato più dei prodotti esposti, se il design «concettuale» (ma cos’è veramente?) ha più peso di quello reale (bello, pratico, riproducibile e magari economico), forse si sta perdendo qualcosa. Che siano le idee o i giovani, chissà. Di certo una frazione di anima. Panorama L’armadio «Progetto non finito» realizzato da Dimorestudio con paesaggio di Pantelleria
L’Oriente avanza. Lo si è visto in Fiera e fuori, e nelle proposte di oggetti, designer, esposizioni. Trionfatori Tokujin e Nendo (che hanno calamitato tanti giapponesi, in coda ordinata alle loro installazioni), ma anche «Re Giorgio» e le ispirazioni sinojap dei suoi arredi presentati nel nuovo negozio Armani Casa. Presenze rilevanti dell’est anche tra i buyer, a conferma che il design italiano rimane un sogno da desiderare.
CONVIVENZE
L’emergenza è un tema che induce alla riflessione anche il mondo del progetto. L’ha fatto l’artista greco sedicenne Achilleas Souras, con l’installazione-monito SOS Save Our Souls, giubbotti di salvataggio dei profughi diventati materia per una capanna. Tunnel recuperati in via Ferrante Aporti per la Design Week, a pochi passi dal ricovero per i profughi: occasione per non dimenticare. Anche finita la Design Week.