Il numero #280 del supplemento è in edicola per tutta la settimana Via Emilia e Via della Seta: su «la Lettura» le strade della storia
Si conoscono i motivi che hanno spinto l’Unione ad allargarsi fino a comprendere ventotto membri. Ma adesso che l’allargamento è
Strade e percorsi, che dall’antichità arrivano fino a noi, attraversano il nuovo numero de «la Lettura», il #280, in edicola per tutta la settimana.
Da 2.200 anni una delle strade romane più importanti d’Italia, la via Emilia, continua a collegare e unire le città nate sul suo tracciato, svelando la presenza di antiche pietre miliari, per ricordare quando è iniziato il suo cammino. Nata con scopi difensivi, divenne un fondamentale snodo commerciale e, ancora oggi, «la via Emilia è un piacere mai estinto», così come la definisce il cantautore bolognese Cesare Cremonini, che con Davide Benati, Stefano Bucci e Livia Capponi, racconta sull’inserto la strada lodata da Cicerone e cantata da Francesco Guccini. Ora le sue «capitali» celebrano l’anniversario della costruzione con mostre e convegni che — per un anno — ne ricordano la storia e il mito (una raccolta delle immagini legate ai diversi eventi è online su corriere.it/lalettura).
Dalla via Emilia, ci spostiamo verso un altro percorso dell’antichità: la Via della Seta, lo storico «ponte» che univa Oriente e Occidente e che ancora oggi continua a riservare meravigliose scoperte. Una delle ultime — ipotizzata da Lukas Nickel, professore all’Università di Vienna — la racconta sull’inserto il sinologo Maurizio Scarpari: pare che gli scambi avvenuti lungo questo itinerario abbiano stato conseguito, ci sembra urgente ripensare l’intera vicenda. Conviene farlo oggi più che mai, quando la Brexit e la politica dichiaratamente antieuropea di Trump si presentano come altrettante sfide che chiedono una risposta. Che potrà essere trovata, però, solo a condizione che l’Europa interrompa la sua abdicazione rispetto alla politica, e che essa, dunque, cessi una buona volta di pensarsi solo all’insegna dell’economia e del diritto. Un diritto, va sottolineato, che fin qui non è mai stato il diritto pubblico e costituzionale — quello che ha in sé, per l’appunto, una dimensione costituente — bensì quello dei diritti soggettivi, ovvero quello inteso a regolare i rapporti mercantili e finanziari nell’economia globale.
È accaduto così, anche così, che l’Unione sia rimasta imprigionata in un fittissimo reticolo di normative settoriali che hanno finito per rappresentare la pietra tombale della dimensione politica. La quale resta la grande assenza onnipresente nella costruzione europea, dal momento che l’Unione non ha mai avuto il coraggio di fondare/dichiarare la propria sovranità con un autonomo atto costituente che le assegnasse un territorio, una storia, un compito. Atto che avrebbe necessariamente dovuto porre in primo piano la volontà popolare, oggi come oggi l’unica fonte possibile di un’autentica dichiarazione di sovranità.
Il problema attuale, dunque, non è quello di stabilire all’interno dell’Unione Europea fantomatiche «velocità diverse», a nostro avviso dal sicuro effetto disintegratore. Il compito più urgente condizionato in modo fondamentale la storia dell’arte cinese, che deve alla cultura europea influenze rilevanti, specie nel campo della scultura.
Proprio con la scultura si apre la copertina del nuovo numero dell’inserto, firmata in esclusiva dall’artista Damien Hirst per «la Lettura», che rappresenta Hylonome, l’unico centauro femmina della classicità, in un affascinante gioco che combina verità e finzione.
Un’altra strada è quella di uno dei riti più sentiti della tradizione cattolica, la Via Crucis, protagonista del Cartellone (delle mostre) di Pasqua. Un percorso in 14 tappe, una per ogni stazione della Via Crucis, attraverso cui 14 artisti diversi esposti in tutta Italia (da nord a sud) raffigurano quel cammino simbolico che racchiude storia sacra e rappresentazioni popolari.
Infine, un percorso tra popolazioni e norme sociali. Dopo gli animali e gli oggetti (di cui si è discusso su «la Lettura» del 26 marzo), otto esperti dibattono su nuove «specie» in via di estinzione: i valori (comportamenti della sfera pubblica e privata, tra i quali la sincerità e la speranza) e alcune popolazioni, come i Pigmei dell’Africa centrale, che a causa di problemi climatici, conflitti armati o politiche invasive, rischiano di scomparire completamente.
Intanto sugli account social dell’inserto (Twitter: @La_Lettura; Instagram: @la_lettura; Facebook: @LaLetturaCorriere), prosegue il dialogo con i lettori.