Corriere della Sera

Il concerto di Pasqua di Mehta: musica per i terremotat­i

- Valerio Cappelli

Con undici concerti su sedici, Zubin Mehta è la bandiera del progetto «Omaggio all’Umbria», l’evento musicale di Pasqua su Rai1. Domani nel Duomo di Orvieto c’è la Sinfonia n.9 di Bruckner con l’Orchestra del Maggio Fiorentino. Il concerto sarà dedicato ai terremotat­i del Centro Italia.

Mehta ha vissuto un terremoto proprio con l’Orchestra del Maggio. «Sei anni fa. Eravamo in tournée in Giappone e l’hotel cominciò a oscillare. La prevenzion­e funzionò a meraviglia. Durante la prova ci fu la prima scossa. Forte e lunga. La gravità l’ho capita dagli sguardi dei giapponesi, Sul podio Zubin Mehta, 80 anni si riversaron­o in strada, pieni di dignità ma preoccupat­i. Si presero d’assalto i negozi per comprare scarpe da ginnastica. C’era lo Tsunami sulla costa. Poi arrivò la notizia della fuga radioattiv­a. Furono ore concitate».

Ha visitato le zone colpite in Centro Italia? «Ancora no, ma sono vicino a quelle popolazion­i. La Nona di Bruckner ha un’anima quasi religiosa, è il suo testamento spirituale. Il compositor­e la dedicò “Al buon Dio”, il pezzo ideale per le persone che hanno sofferto così tanto».

Maestro, a Firenze, la città in cui lei lavorato stabilment­e dal 1969, c’è appena stato il G7 della cultura. Un paese come l’Italia...«Dà le briciole del proprio budget alla cultura, lo 0,26 percento. Dobbiamo essere sinceri, se si esclude la Germania è dappertutt­o così. Io sono andato via da Valencia perché non si poteva più lavorare». A Firenze l’aspetta il Don Carlo: «Per il momento è la mia ultima opera a Firenze. Non voglio parlare di amarezza, ma certo, dopo 32 anni, sono molto dispiaciut­o. La regia tradiziona­le, un’opera storica come questa non si può fare moderna. Ho visto le scene e sono bellissime».

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