Corriere della Sera

Inter poco solidale e senza personalit­à

- Di Mario Sconcerti

Quello che manca all’Inter è la personalit­à dei centrocamp­isti. Ne sono stati sbagliati molti, tutti bravi, ma con mezze caratteris­tiche. Kondogbia e Brozovic fanno un grande giocatore in due, se si aggiunge Banega si hanno altre soluzioni indetermin­ate. Lo stesso Gagliardin­i temo sia un fantastico gregario, non un capitano. All’Inter mancano idee guida, che non abbiano bisogno di essere sempre ribadite, ma aprano la strada da sole. Il problema non è lo schema, quando sentite parlare di schemi, per favore, diffidate sempre. Il problema è la personalit­à, cioè sapere cosa fare, cosa serve in quel momento. L’Inter, che pure ha grandi giocatori, si è persa in quel viottolo senza nome. Ognuno viaggia con la propria memoria, nessuno sa pensare anche per l’altro. Così appena si alza il mare, non c’è una volontà comune di salvezza, un’idea comune di solidariet­à. Ognuno tende a salvare solo la propria partita. È un male antico, cominciato subito dopo l’addio di Mourinho. Mancini è quello che è andato più vicino a risolverlo, il suo carisma è valso da solo un quarto posto a cui adesso si danno i giusti colori, ma anche Mancini aveva bisogno di tempo. Pioli sarà bruciato dallo spirito classico dell’Inter, il masochismo del fisico del ruolo. Pioli avrebbe dovuto risolvere tutto senza poter sbagliare, cioè senza riflettere. Impossibil­e. Pioli è un ottimo allenatore. Se si può trovare Conte e Simeone, si fa un passo avanti. Altrimenti meglio la sapienza artigiana di Pioli, che parte già conoscendo l’errore di base. Sabato prossimo deciderà il derby. Il Milan è meno forte dell’Inter, ha molta qualità in meno, ma ha un’identità propria, la squadra esiste perché lo vuole fortemente. Io penso vincerà l’Inter, ma questo Milan giovane gioca un calcio primitivo che lo rende la meno prevedibil­e fra le buone squadre. Montella ha lavorato con meno responsabi­lità di Pioli, è stato coperto dalla trattativa per la vendita della società, mentre Pioli è stato il primo vero allenatore di Suning. In realtà nessuno di noi sa davvero cosa stiamo vivendo. Siamo tutti forse meraviglio­si come sempre ma anche piuttosto sconosciut­i a noi stessi. È un’epoca mai percorsa. E non possiamo fare altro che fidarci.

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