Il Milan si regala un derby a più 2 E aspetta la settimana dei cinesi
Suso trascinatore, il Palermo travolto con quattro gol. Giovedì l’atteso closing
Se questa doveva essere la fine, non poteva essere più dolce, come questo pomeriggio di primavera allo stadio che sa di calcio di una volta, se è vero che San Siro guardava il Milan strapazzare facilmente il Palermo, mentre ascoltava i risultati provenire da Crotone, per una volta in contemporanea. Adriano Galliani dopo la partita fa un giro per il campo senza alcun pensiero di commiato in testa, ma l’immagine ha comunque una sua forza evocativa e simbolica: se la tranquillità mostrata da chi compra e da chi vende questa volta sarà ben riposta, giovedì o venerdì dovrebbe avvenire il tanto rimandato passaggio di proprietà. Perciò, come dice Vincenzo Montella — sul tema prudente come tutti — meglio che l’era Berlusconi si sia chiusa con il sorpasso in classifica all’Inter al sesto posto, una corsa all’Europa rilanciata e una bella prestazione. E se gli unici pensieri un po’ così, al momento di lasciare lo stadio dopo un 4-0, sono per i tanti gol sbagliati e per il disagio scaramantico di arrivare al derby del sabato di Pasqua da favoriti, beh, si capisce che la domenica è stata quasi perfetta.
Dopo Pescara, forse la più brutta partita del Milan, ecco il Palermo, per quella che forse è stata la più facile. Il Milan non vinceva con quattro gol di scarto in campionato da maggio 2013 (Pescara-Milan 0-4), e non segnava tre gol nel primo tempo dal settembre 2015. Dominata dall’inizio alla fine, la squadra di Diego Lopez (che batte i rossoneri solo quanto a dubbi sul cambio di proprietà) non ha prodotto nulla, né ha mai dato l’idea che potesse finire in un altro modo che così, con un’asfaltatura metodica, iniziata al più presto. Forse ha ragione Montella a dire che il Milan concentrato e con tanta voglia di rivalsa avrebbe battuto anche altri avversari, certo è Raddoppio Mario Pasalic per la prima volta in carriera segna quattro gol nella stessa stagione in campionato: il croato ha chiuso la partita (Ansa) In campo non possiamo permetterci di sottovalutare l’Inter». Domanda delle domande: Adriano Galliani sarà in tribuna sabato per il derby di matrice cinese? «Qualora ci fosse il passaggio giuro che rimarrò milanista. E come i nuovi proprietari hanno avuto rispetto, non assistendo dal vivo a nessuna partita del Milan, avrei lo stesso atteggiamento. E guarderò il derby in tv». Nelle parole resta commozione e senso di attesa. «Ho parlato con il presidente: se sarà stata la nostra ultima partita sono orgoglioso del fatto che sia stata una grande gara. Se passeremo dalla cronaca alla storia ci fermeremo a guardare ciò che abbiamo realizzato in 31 anni. Bene Suso, Deulofeu e Pasalic anche se c’è chi dice che gli osservatori li hanno gli altri. Oggi comunque vedrò il presidente a pranzo». Poi si è concesso un giro di campo nello stadio vuoto con figli e nipoti. «Macché commiato, ho mostrato a mia figlia Micol gli ammodernamenti fatti». (5 gol nelle ultime 5).
Il Milan, a differenza di molte altre volte, riesce ad abbinare il possesso palla a improvvise accelerazioni in verticale, che bucano con estrema facilità la difesa del Palermo, schierata inizialmente a tre, poi a quattro, con poche differenze di esito. La ripresa è in assoluto controllo, con la rete meritata di Deulofeu che bacia la scarpa prima di volare a Barcellona dove la figlia Sara sta per nascere e una serie di gol sbagliati: uno clamoroso di Bacca lanciato da Kucka, poi quelli di Antonelli, dello stesso Kucka, di Pasalic. I cambi, da una parte e dall’altra (Montella toglie Sosa per Locatelli, poi i gioielli Suso e Deulofeu) non modificano l’inerzia della gara, che è tutta in discesa, verso la settimana più importante dell’anno.