Corriere della Sera

Napoli implacabil­e Strapazza la Lazio e blinda il 3° posto

Callejon e Insigne (2 reti) sbancano l’Olimpico

- Stefano Agresti

Il posto in Champions non è sicuro, ma lo strapuntin­o che porta agli spareggi d’estate il Napoli lo ha prenotato e sarà difficile, quasi impossibil­e portarglie­lo via. Semmai Sarri, dopo questa vittoria sulla Lazio, potrà provare a prendersi la poltrona della Roma, forte anche di un calendario meno complicato; certo l’incubo di veder messo in discussion­e il 3° posto, e con questo tutta la stagione, non esiste più. Svanisce nel contempo il sogno della Lazio, riconsegna­ta a una dimensione più sua: la finale di Coppa Italia è tantissimo per una squadra che ha un organico così ridotto, 11 o 12 calciatori d’alto livello e poi il vuoto. Perché poi la differenza, tra Napoli e Lazio, l’ha fatta proprio questo: la qualità dei ricambi. Entrambe erano stanche, nelle gambe e nella testa, per via di quelle sfide stremanti in Coppa con Juve e Roma, ma un conto è se ti puoi permettere di cambiare quattro uomini buttando dentro Albiol, Strinic, Jorginho e Allan, un altro è se non sai come tamponare gli infortuni di Biglia e De Vrij e ti devi affidare a un ragazzino (Murgia) e a una difesa priva di una guida solida.

E pensare che la Lazio per metà primo tempo imbriglia il Napoli senza lasciare un varco, uno spazio, un pertugio: i tre piccoletti là davanti si muovono e si cercano, il possesso palla degli azzurri viaggia sopra il 65 per cento ma l’unica vera occasione capita a Milinkovic-Savic (6’). È davvero la partita che ti aspetti, Inzaghi che si chiude e riparte, Sarri che prova a creare; stupisce semmai che quest’ultimo

faccia tanta fatica ad avvicinars­i alla porta.

Ma la differenza la fanno le disattenzi­oni dei giovanotti che Inzaghi ha messo a guardia della difesa, Wallace e Bastos: sono loro che rendono vana la grande applicazio­ne del resto della Lazio e consegnano al Napoli ciò che stavolta non riesce a costruire da solo. Wallace rinvia male un pallone innocuo, Mertens se ne appropria e lancia Hamsik sul quale Bastos non riesce a chiudere: cross sul secondo palo in classico Sarri-style, stavolta rasoterra, e Callejon chiude in rete (25’). E prima della fine del tempo è ancora il brasiliano a innescare Mertens: assist per Insigne che si mangia il raddoppio.

La difesa della Lazio s’è aperta e vacilla ormai a ogni offensiva avversaria, Inzaghi lo capisce e pensa a una piccola rivoluzion­e, ma proprio mentre Hoedt e Keita sono sul punto d’entrare il Napoli passa ancora, stavolta con Insigne (51’). È qui che la Lazio finalmente si decide a rischiare, non aspetta ma pressa, non lascia la palla agli azzurri ma prova a prendersel­a. Crea anche qualcosa di molto pericoloso — notato Insigne ribattere sulla linea di porta una conclusion­e da due metri, forse meno, di Patric — però ormai è tardi. Troppo, per sperare di rimetterla in piedi, per riaprire il sogno della Champions, per spaventare il Napoli. Che, anzi, a tempo scaduto segna ancora, sempre con Insigne.

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Precisione Insigne con un tocco di suola infila Strakosha: è la rete del raddoppio (Getty Images)

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