Duello vero come volevano piloti e tifosi
L’immagine contiene una tensione nuova. Hamilton e Vettel in testa al Mondiale, pari punti. Significa che la sfida esiste, è lanciata. Risponde a una necessità intima di Ginetto: auspicava un corpo a corpo all’altezza della sua stoffa e ora l’ha trovato. Vettel al posto di Rosberg. Un avversario rispettato, a bordo della Ferrari per giunta, in luogo di un compagno dato per miracolato, per nulla stimato. Non solo: gli ingredienti tecnici segnalano forse una leggera superiorità Mercedes sulla prestazione da qualifica, ma anche una tenuta rassicurante della Ferrari sul ritmo gara. Il che fa ipotizzare un confronto regolato dai dettagli. Piccoli errori, scelte più o meno fortunate, cali di rendimento dei piloti, che sono atleti e che non possono offrire una forma smagliante per nove mesi. Certo, molto dipenderà dallo sviluppo di due macchine che cresceranno per vie diverse, ma nel momento in cui abbiamo a che fare con un tesoro ritrovato, è pensabile che gli scarti e gli scatti passino dalla testa dei due contendenti. Hamilton ha bisogno di uno stimolo costante. Qualcosa che proprio Rosberg gli aveva assicurato disturbandolo e battendolo; approfittando di ogni sua distrazione in un regime di monopolio Mercedes; ciò che il suo nuovo compagno di squadra non sembra produrre, per ora. Vettel è carico, deve maturare un rapporto con la Ferrari che è stato sin qui fonte di slanci e contrazioni. Ha preservato, soffrendo, la sua fame. Una fame che diventa feroce nel momento in cui dispone di materiale all’altezza. Per questo, siamo all’inizio di un dualismo carico di oro. Con una variabile pesante. Cosa può fare Verstappen lo sappiamo, lo sanno Hamilton e Vettel. Moltissimo. Al punto da incidere su questa storia a due, mentre incide il suo nome sulla storia delle corse.