Corriere della Sera

Boonen e Sagan k.o. È Van Avermaet il nuovo re del pavé

La Roubaix al belga, Oss e Moscon da applausi

- Marco Bonarrigo

AAA cercasi computerin­o da bicicletta color oro, di forma rettangola­re, con la scritta «GVA» sul dorso, perso ieri attorno al 120° km della Parigi-Roubaix. «L’ho visto staccarsi e cadere — spiega quasi contrito Greg Van Avermaet — ma certo non potevo fermarmi a raccoglier­lo. Magari qualcuno lo trova: è stata la Roubaix più veloce della storia e mi piacerebbe rivedere i dati». Volando a 45,204 km all’ora di media, GVA ha conquistat­o la prima corsa «monumento» della carriera, scippando al connaziona­le belga Boonen (13°) il sogno della quinta vittoria e a Sagan (38°) quello di rompere il ghiaccio sul pavé. Il mite Greg ha rispettato le regole d’ingaggio del perfetto dominatore dell’inferno del Nord. Nervi saldi in caso di caduta (88 km all’arrivo), coraggio un po’ folle nell’attaccare (25 km), lucidità nella volata finale (200 metri), giocata simultanea­mente su due fronti: in souplesse sulla curva alta del velodromo con Stybar (2°) e Langeveld (3°) e con un occhio sulla coppia Stuyven (4°) e Moscon (5°), che provava sorniona a sorprender­lo a bordo pista. La capacità di non esaltarsi del fiammingo è proverbial­e. «Roubaix meglio di Rio? Nulla supera una vittoria olimpica. Io il nuovo Boonen? Impossibil­e. Ho guardato ieri la sua pagina di Wikipedia: impression­ante. Io anti-Sagan? Peter è più giovane e mediatico».

Lui, Sagan, ha forato due volte e bruciato infinite energie per provare a rientrare, senza riuscirci: «Al Fiandre ho sbagliato, qui sono stato sfigato. Ci rivediamo al Tour», commenta Trionfante Greg Van Avermaet, 31 anni, con il trofeo della Roubaix (Afp)

lapidario. Sugli scudi il duo trentino Daniel Oss & Gianni Moscon, tornato a esaltare l’Italia in una grande classica. Daniel, 30 anni, gregarione della Bmc, dopo una lunga fuga solitaria ha avuto la forza di trascinare verso la vittoria sull’ultimo pavé il capitano GVA. Gianni, 23 anni da compiere, si è battuto da campione consumato fin dal primo metro. Moscon è stato pescato direttamen­te tra i dilettanti dai guru del team Sky. Nella squadra dei «guadagni marginali»

e degli estremismi alimentari, questo figlio di coltivator­i di mele della Val di Non, che studia ingegneria a Padova, ha trovato una sua via: «In Sky le direttive sono linee guida. Nessuno ti obbliga a seguirle alla lettera. Ma se vuoi vincere nel ciclismo di oggi devi essere rigoroso e fare grandi sacrifici. Oggi mi sono sacrificat­o molto, anche nel lanciare la volata. Ma non ho rimpianti, solo tanto mal di gambe».

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