Come nascono le «fake news»
Montecitorio Laura Boldrini, 55 anni, dal 16 marzo 2013 è presidente della Camera dei deputati dopo essere stata eletta nelle liste di Sel
Reti di siti Internet comunicanti che si rilanciano a vicenda sui social network. E fanno diventare virali notizie false o assurde giocando su titoli a effetto e su argomentazioni e temi capaci di stimolare la reazione (e la rabbia) degli utenti.
Il caso denunciato ieri su Facebook dalla presidente della Camera Laura Boldrini, attiva con l’appello BastaBufale e pronta ad affrontare il tema alla Camera il 21 aprile, è da manuale: l'immagine fa riferimento a «Luciana, sorella minore di Laura Boldrini che gestisce 340 cooperative che si occupano di assistenza ai migranti».
C’è un politico, c’è il parente di un politico e c’è il tema dell’immigrazione. Abbastanza per far viaggiare il contenuto su più di 5 mila bacheche, anche perché la frase è accompagnata dalla fotografia di una giovane donna simile alla presidente. Peccato che si tratti di una nota attrice, Krysten Ritter, protagonista della serie tv Jessica Jones.
L’unica sorella di Boldrini è inoltre morta anni fa per malattia
e non si è mai occupata di migranti, come si legge nel post di denuncia indirizzato a quelli che la presidente con coraggio chiama «sciacalli del web». E ancora, non si chiamava Luciana, ma Lucia. Dettagli irrilevanti per «Avanguartia Nera», la pagina Facebook da cui è partita l'assurdità nel luglio del 2016.
La pagina, caratterizzata dalla foto profilo di un volto con elmetto e divisa delle SS, non esiste più. «Era di un gruppo di troll (chi interagisce online provocando e facendo interventi a sproposito, ndr). Pensavano di smascherare i creduloni e non si rendevano conto, evidentemente, di ottenere l'effetto contrario», spiega
David Puente, noto smascheratore di bufale online. Debunker è il termine tecnico.
Ma non finisce qui: la finta sorella dell’ex rappresentante Onu per i rifugiati è tornata con il volto di Krysten Ritter il 6 aprile su La Nozione, sito di false notizie che tenta di trarre in inganno gli utenti con un nome simile a quello di una testata esistente, La Nazione. Il giochino penalizza nei risultati di ricerca di Google ma è efficacissimo su Facebook, dove la denominazione del sito dei link condivisi è così piccola da poter essere confusa con quelle reali e più famose.
Pochi giorni fa La Nozione annunciava il pensionamento di «Lucia Boldrini (il nome La foto La falsa notizia denunciata su Facebook da Laura Boldrini riguarda la sorella Lucia, ma la foto è quella dell’attrice Krysten Ritter
stavolta è giusto, ndr) a 35 anni con 10 mila euro al mese!». C’è il politico, c’è il parente del politico e al posto degli immigrati ci sono i privilegi economici. Ancora un volta, migliaia di condivisioni. Più di 6 mila.
Il portale, da cui la notizia è già stata rimossa, precisa di non essere contraddistinto da una testata e di venire aggiornato senza alcuna periodicità. Come spiegano i giuristi, sul web non bastano questi finti scudi per non rispondere del reato di diffamazione punito dall’articolo 595 del Codice penale. La Nozione si definisce inoltre un sito satirico, ma il contenuto in questione non è in alcun modo satira.
Chi ha comprato il dominio si è dotato dell’apposito sistema di privacy per nascondere la sua identità. I codici della pubblicità Adsense di Google — che evidentemente non è riuscito a rispettare il buon proposito di non concedere più sponsorizzazioni a contenitori del genere — svelano come La Nozione faccia parte di una rete di almeno altre tre siti di assurdità. Su Facebook, i contenuti vengono rilanciati in gruppi molto popolati, come «Barzellette» (150 mila utenti). Più condivisioni, più clic, più soldi. (Imagoeconomica)
È una vergogna, sui social insultano persino sua sorella morta anni fa
Sottosegretaria alla presidenza Sono l’esatto contrario della libertà di espressione Un segno di degrado
Garante della privacy