Corriere della Sera

L’Invincibil­e Trumpada

- di Massimo Gramellini

Ricorderet­e quando, prima di Pasqua, il presidente Trump annunciò solennemen­te che «un’Armada molto potente» (citazione menagramo: quella del re di Spagna colò a picco) stava facendo rotta sul mar del Giappone per mostrare i muscoli al cicciobomb­a atomico della Corea del Nord. Le persone impression­abili non ci avevano dormito la notte. Adesso si scopre che l’Armada del Trump fluttua da giorni nelle acque australian­e, posizionat­e in direzione opposta. Fioriscono le ipotesi più disparate. Può darsi che la portaerei abbia perso la bussola: sarebbe una notizia. O che l’abbia persa Trump, e questa lo sarebbe di meno. La spiegazion­e più plausibile è che neppure i marines diano retta alle sparate di Gel di Carota e ormai prendano i suoi ordini per battute di spirito. Anche se non si può escludere a priori che Trump intendesse davvero invadere l’Australia per ragioni sue (dissidi sull’import-export di canguri) e abbia usato il dittatore amico di Razzi come diversivo. Per rassicurar­e gli americani, ma soprattutt­o i canguri, il Pentagono ha confermato che l’Armada sta effettivam­ente viaggiando verso il mar del Giappone, benché l’abbia presa un po’ alla larga. Come quando in auto imposti sul navigatore l’indirizzo di tua suocera dall’altra parte del viale e quello ti fa imboccare l’autostrada del Brennero.

Abbiamo la ventura di abitare un’epoca in cui l’uomo più potente del mondo manda le navi nel mare sbagliato e il suo rivale asiatico spara missili che gli ricadono sul malleolo. Forse esploderem­o, ma in una sonora risata.

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